I carciofi trifolati sono un contorno tipico della cucina italiana, preparato soprattutto nel periodo primaverile, quando questo ortaggio è di stagione. Il termine “trifolati” deriva dalla parola “trifola“, che in piemontese significa “tartufo”. Con il tempo, il termine è passato a indicare una tecnica di cottura utilizzata soprattutto per verdure e funghi: consiste nel tagliare gli ingredienti a fette e cuocerli lentamente in padella con olio, aglio e prezzemolo, permettendo ai sapori di amalgamarsi e rendendo il piatto ricco di aromi.
Le varietà di carciofi più indicate per preparare questa ricetta sono il Carciofo Romanesco e il Violetto di Toscana, due tipologie dal cuore tenero e dalla consistenza ideale per la cottura; entrambe queste varietà si prestano a essere trifolate perché mantengono la loro morbidezza senza sfaldarsi e assorbono bene i condimenti, esaltando il sapore del piatto. Un altro modo comune di consumare i carciofi e di farli crudi in insalata per cui si prediligono le varietà più piccole, come i carciofi di Albenga (in Liguria) o il Carciofo di Sant’Erasmo (un’isola dell’arcipelago veneziano), conosciuto anche come “botolo” in dialetto, per via delle sue piccole dimensioni che ricordano un bocciolo.
I carciofi devono essere immersi in acqua acidulata subito dopo essere tagliati, aggiungendo succo di limone o aceto: questo passaggio è fondamentale per evitare che anneriscano a causa dell’ossidazione, una reazione naturale che avviene quando i carciofi entrano in contatto con l’ossigeno. L’acido presente nel limone o nell’aceto rallenta questo processo, mantenendo il colore e l’aspetto fresco dei carciofi.
I carciofi sono ricchi di proprietà benefiche: contengono fibre, vitamine A, B, C e minerali come ferro e magnesio; favoriscono la digestione e stimolano la produzione di bile, aiutando la depurazione del fegato. Grazie alle loro proprietà diuretiche e antiossidanti, sono ottimi per il sistema cardiovascolare e contribuiscono a contrastare i radicali liberi, promuovendo il benessere generale.
Se vi piacciono i carciofi potete sbizzarrirvi con molte ricette e preparare ad esempio una crema ai carciofi, che può servire per i crostini o preparare una pasta ai carciofi, oppure potete fare le lasagne ai carciofi, un primo piatto per la festa, o infine provare la frittata di carciofi. Il modo di cuocere i carciofi romaneschi tipico della cucina romana è invece il carciofo fritto.
- Carciofo 4
- Aglio 1 Spicchio
- Olio extravergine di oliva 5 Cucchiai
- Sale fino
- Pepe nero macinato
- Prezzemolo fresco 1 ciuffo
- Limone il succo 1/2
Come fare i carciofi trifolati
Lavate i carciofi ed eliminate le foglie esterne più dure, dovrete arrivare a quelle sottili e chiare. Sbucciate leggermente la base e eliminate la parte dura del gambo, lasciandone al massimo 5 cm. Tagliate ogni carciofo in quattro parti ed eliminate eventuali barbe interne poi risciacquate e mettete a bagno in una terrina piena d’acqua acidulata con il succo di limone.
Mettete in una padella antiaderente l’olio e l’aglio, sbucciato e schiacciato, aggiungete i carciofi scolati, mezzo bicchiere di acqua tiepida, un pizzico di sale e il prezzemolo tritato. Coprite con un coperchio e fate cuocere 20 minuti a fiamma bassa, scoprite e fate asciugare l’eventuale sugo residuo. Servite con altri prezzemolo fresco e una spolverata di pepe.
Conservazione
I carciofi trifolati possono essere preparati con un giorno di anticipo, il riposo in frigorifero li migliora. Se dovessero avanzare possono essere conservati in frigorifero in un contenitore coperto per quattro giorni, ed eventualmente si possono congelare, in questo caso durano tre mesi.
Consigli e varianti
Se si teme che l’aglio possa essere indigesto si può omettere dalla ricetta, in questo caso però vi consigliamo di cuocere i carciofi aggiungendo del brodo vegetale granulare, che conferisce un gusto più rotondo.