Dell’avocado sappiamo molto: che fa bene, che è ricco di acidi grassi Omega 3, amici del cuore, che non manca praticamente mai sulle nostre tavole, che il mondo ne va pazzo, che nascono avocaderie e locali a tema con una frequenza preoccupante.
Sappiamo pure che la domanda è talmente cresciuta da creare diversi problemi ai Paesi produttori, dove quasi tutti i terreni sono stati riconvertiti alla sua coltivazione.
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Ma non c’è altro da sapere sull’avocado? Sì, e parecchio, tanto che oggi il frutto esotico è il protagonista della serie sui “5 errori da non fare” di Dissapore.
1) Lasciare che la polpa si ossidi
L’avocado ossidato è sì commestibile, ma certo non appetitoso. La polpa inizia a ossidarsi non appena viene esposta all’aria, e come si fa allora se non lo mangiate tutto?
La pellicola da cucina è di grande aiuto per conservare più a lungo l’avocado avanzato. Coprite il frutto con la pellicola e mettetelo in frigo. Se il giorno dopo l’avocado diventa di colore più scuro, basterà rimuovere la pellicola per ritrovare il colore verde e la freschezza.
Altra possibilità, un po’ più laboriosa: è importante mantenere il seme insieme al frutto avanzato. Tagliate un quarto di cipolla in pezzi grandi e disponeteli sul fondo di un recipiente ermetico. Sistemate la parte di avocado che volete conservare con l’osso rivolto verso l’alto. Chiudete il recipiente e conservatelo in frigo.
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Perché funziona? Perché i vapori della cipolla aiutano a mantenere il colore verde e la freschezza dell’avocado. Vi sento, state dicendo che così però anche il sapore del frutto verrà alterato dalla cipolla. Invece no, visto che la sola parte di avocado a contatto con la cipolla è la buccia, che chiaramente toglierete.
2) Metterlo in frigo ancora acerbo
Non compriamo sempre l’avocado perfettamente maturo, anzi, il più delle volte è duro come un sasso ancora acerbo. Però metterlo in frigo sperando che maturi con il passare delle ore è un errore.
L’avocado non prosegue la sua maturazione in frigo, o non lo fa come dovrebbe, diventando solo scuro e molliccio, ma non maturo.
Se volete farlo maturare, lasciatelo a temperatura ambiente, magari chiuso in un sacchetto del pane assieme a una mela, che sviluppa etilene, e centrerete l’obiettivo.
3) Sbucciarlo con il coltello
No, l’avocado col coltello proprio no.
Evitate, se non volete rischiare di finire dritti al pronto soccorso con un coltello piantato nel palmo della mano, evento meno infrequente di quanto possiate pensare, specie voialtri virtuosi di lame e coltelli da cucina.
Per pelare l’avocado tagliatelo in due verticalmente, girando attorno al nocciolo, poi fate girare le due metà attorno al nocciolo stesso e staccatele con un colpo netto.
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Dopo aver tolto il nocciolo alla metà cui è rimasto attaccato, estraete con delicatezza la polpa inserendo un cucchiaio o un cucchiaino tra buccia e polpa. Il gioco è fatto. E senza rischi per le mani.
4) Tagliarlo e servirlo
È vero: l’avocado è buono anche tagliato e servito. Ma non mancano altri modi –molto appetitosi– di mangiarlo. Alla griglia, non troppo maturo altrimenti si disfa, sbucciato e tagliato a fette spesse mezzo centimetro nel senso della lunghezza. Conditele con il succo di mezzo limone, un cucchiaino di olio, fior di sale e pepe macinato, poi cuocetele massimo 2 minuti per lato sulla griglia calda.
Volete darvi all’avocado fries, ricetta curiosa e molto amata dagli americani? Immergete le fette prima nella farina poi nell’uovo battuto, e concedetevi un tocco di esotismo con il Panko, il pan grattato alla giapponese che aggiunge altra croccantezza. Non ne avete mai sentito parlare? Ma guardate che farlo è un gioco da ragazzi.
5) Abusarne
Okay, l’avocado è buono e fa bene. Ma è anche un frutto calorico. E non poco.
Un etto contiene circa 160 calorie, mentre un frutto intero può superare le 300 calorie. Non proprio un toccasana, e mica solo per chi ha problemi di girovita, anche per chi soffre di insufficienza renale, a causa dell’alto contenuto di potassio.
Sapersi moderare è una virtù, anche con l’avocado (beato chi ci riesce).