Il piatto è rotto: non esistono più i clienti abituali.
Il 6 febbraio alle 17:37 Riccardo I. commenta:
Oltre (o contemporaneamente) ai clienti abituali, è scomparso quel genere di locale dove la cucina era quella di casa e il pagamento “un tanto al mese”. Fra business plan trigonometrici e altimetrici e polpette “Coesioni di parti nobili di manzo e mollica da farina del Mulino XY, cotte in estratto di solanum lycopersicum”, non si sa chi abbia fatto prima ad estinguersi, fra cliente abituale e trattorie di riferimento.
Non c’è mai stato brodo senza lesso fino adesso.
Il 6 febbraio 2012 alle 22:58 enzo commenta:
A casa mia il lesso è stato sempre chiamato “la cena del cornuto”, proprio perché la padrona di casa poteva metterlo sul fuoco, lasciarlo lì tutto il pomeriggio, incontrarsi con l’amato e tornare a casa in tempo per accogliere il marito, sorridente e con la cena pronta. Mia moglie lo fa spesso, e la cosa un po’ mi insospettisce.
Il 7 febbraio 2012 alle 17:35 franco commenta:
Ho scoperto da non molto Dissapore. Ed è diverso dagli altri grandi food blog proprio perchè oltre ad amare il cibo,chi lo frequenta non ha solo uno stomaco o una lingua. L’articolo coglie quello che c’è nella società,in questa difficile fase. Attorno al cibo si muovono cervelli.
Identità Golose 2012: quelle discussioni tra amici e colleghi che sembrano tele-risse.
Il 8 febbraio 2012 alle 18:33 oloap marchi commenta:
Identità è un evento organizzato da privati. Non vi è nulla in vendita, solo prodotti in mostra/assaggio/degustazione. C’è stata troppa allegria? Lavorare divertendosi non è un crimine. Il programma è pensato per permettere a cuochi, pasticcieri, sommelier di aggiornarsi secondo linee che reputo attuali e vere. Credo nel mio lavoro e cerco di leggere la realtà sul nascere, prima che tutto diventi certezza. Che altro dovrei costruire se non quello in cui credo?
L’ 8 febbraio 2012 alle 15:30 maricler commenta:
Per i pezzi letti in giro, manca un’analisi di quello che Identità Golose è come contenitore; se presenti la gastronomia in un certo modo tendi anche a costruire quella stessa gastronomia. Pochi hanno opinioni, o le esprimono, sulla manifestazione come congresso + sponsor + prospettive + messaggio + fruitori: c’è sempre qualcuno che attacca o proclama entusiasmo,e la maggior parte parla delle ricette e basta.
46° Superbowl: la gastroguida italiana per goderselo al meglio.
Il 5 febbraio 2012 alle 13:48 Carlo Mantovani commenta:
A quando un articolo sulla vera specialità USA, il barbecue, che si sposa felicemente agli eventi sportivi, col nome di “tailgate party”? Prima della partita qui da noi, se va bene, ci si insulta a vicenda, mentre negli States si fa una pacifica grigliata tutti insieme, compresi i tifosi avversari. Carlo Mantovani, content manager di Addol, football senza Censura.
Prova d’assaggio: Pasta fresca ripiena.
Il 6 febbraio 2012 alle 11:18 tt commenta:
Il piacere inizia prima. Se non riuscite a farvi la pasta fresca, meglio acquistare quella secca. Il piacere inizia prima, l’impastare, la creatività per le farine, il ripieno e il condimento non sono paragonabili ad una vaschetta acquistata al supermercato. Vogliatevi bene: mettevi davanti tutte le materie prime ed il prossimo fine settimana la pasta fatela da voi!
Radical chic? Io vado al mercato del contadino in cerca di sogni.
Il 7 febbraio 2012 alle 18:45 IRENE STEIN commenta:
Parere di una povera buyer di frutta e verdura per una nota catena di cash&carry nazionale: che problema avete con i Mercati Generali? Ci sono chef che non vogliono si sappia che fanno la spesa da noi … poi vi raccontano che il loro radicchio tardivo del contadino non si trova da nessuna parte. Il mio controllo qualità monitora più del 60% di merce entrata in un giorno, se sbagliamo un’origine rischiamo di venire arrestati. Sicuri che non aspettiamo altro che fregare i clienti? Piano a creare demoni!
Identità Golose 2012 e la tempesta di neve è solo un lontano ricordo.
Il 6 febbraio 2012 alle 23:02 Simone e Zeta commenta:
Vedo che lo sport nazionale diviene il tiro a bersaglio dei protagonisti; un facile giudizio sull’altrui operato. Tutti noi facciamo un lavoro, che ci porta ad avere legittimi interessi economici, da sviluppare nell’ambito di varie kermesse. Prima di chiedermi se il cuoco vip ha la barba incolta, cercherei di controllare se le risorse spese per la manifestazione (personali o aziendali) hanno dato vita ad un riscontro commerciale.
La ricetta (im)perfetta: una storia di fallimenti dietro le quinte.
Il 10 febbraio 2012 alle 17:45 Valentina commenta:
Avevo diciannove anni, e pensavo bastasse la dicitura “carpaccio di bovino” sull’etichetta della carne Conad (sic) a garantire un secondo raffinato e veloce. Ho aperto la confezione, ho messo le fettine crude nei piatti dei miei amici, e ho atteso che le spazzolassero. Quando anni dopo ho scoperto l’esistenza della toxoplasmosi, ho avuto un tardivo brivido di scampato pericolo.