Lo dipingono come il Grande Minimizzatore, uno che deve inventarsi modi per evadere dalla tristezza. Nondimeno “in Italia i ristoranti sono pieni ” è una frase strepitosa, il momento cult della settimana. Il punto resta capire il tasso di adesione alla realtà delle parole di Berlusconi. Al netto dello scollamento tra le umane vicende e uno il cui core-business è essere molto milionario. Ma anche, possibilmente, al netto di tutte conclusioni un tanto al chilo. Mi aiutate?
Ipotesi 1) Nel mondo non c’è solo Berlusconi a pensarla così. Ne ho trovato un altro che non sembra neanche un qualche falcemartellista.
“I ristoranti a dispetto della crisi sono quasi tutti pieni. Forse in un momento di sconforto generale è cresciuto il desiderio di socializzare, o piu’ semplicemente non abbiamo piu’ tempo di fare la spesa e/o costa meno andare al ristorante. Probabilmente tutti e tre”.
Ipotesi 2) Poi ci sono le parole dette ieri dall’alleato Roberto Maroni a “Che tempo che fa” per amor di rottamazione.
“La battuta sui ristoranti pieni Berlusconi poteva risparmiarsela, perché la crisi c’è e c’è grande sofferenza”.
Ipotesi 3) E’ il turno ora di quelli che — a torto o ragione — vedono “il Sistema” nelle vetrine dei ristoranti stellati.
“Pieni, evidentemente, sono i locali che frequenta Berlusconi con i suoi amici. La crisi non tocca i ceti alti, tocca persone che non vanno mai al ristorante e oggi non riescono ad andare in pizzeria”.
Ora, sfoderando il kit del piccolo sociologo a noialtri molto caro, ditemi: Berlusconi ha raccontato la mejo storiella del suo ricco carnet, o seppur tra scuse e colorite precisazioni alla fine avrà ragione anche ‘sta volta?
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