Valutare un programma col parametro «a me non piace» è una cosa da rispedire a scuola chi lo fa. Ma quando Striscia la Notizia parla di cucina molecolare non è questione di “a me non piace”. Il grado di scientificità dell’inchiesta Fornelli Polemici, per dire, stimola il desiderio violentissimo di spegnere il tv e romperlo in testa all’inviato Max Laudadio. La cosa è leggermente diversa quando, come ieri, Striscia parla di guide e classifiche. Oddio, non che la capacità di dire cose interessanti aumenti esponenzialmente. Però, l’attacco alla classifica dei 50 migliori ristoranti del mondo, o se preferite, la San Pellegrino World’s 50 best restaurants, ha un suo perché (vedi video). Pure a noi, in una vita precedente, il regolamento di quel voto era parso alquanto stralunato.
ognuno dei quasi 700 giurati dispone di 5 voti: 2 da attribuire ai ristoranti di casa propria, 3 a quelli sparsi nel resto del mondo. Per regolamento, sono votabili solo i ristoranti dove si è mangiato negli ultimi 18 mesi. Secondo voi quanti sono i votanti stranieri che negli ultimi mesi si sono girati l’Italia? E secondo voi quanti dei 31 votanti italiani hanno girato il mondo negli ultimi mesi?
Specie se consideriamo che tra i giurati non tutti sono esattamente dei globetrotter, o dei raffinati gurmé in possesso degli strumenti per esprimere voti del genere (giorgiogrigliatti-chi? maddalenafossati-chi?).
Va da sé che il cambio di strategia sa un po’ di ultima spiaggia. D’altra parte, se mi fossi sbattuto per una cosa che, come massimo risultato, ha partorito la patetica ordinanza anti-additivi del sottosegretario alla Salute Francesca Martini, pure io come Striscia passerei ad altro. Il problema è che setacciando guide e classifiche, una delle note dolenti del gastromondo, si riesce a screditare perfino El Bulli e il suo profeta Ferran Adrià.