La teoria è questa: siccome c’è la crisi, per Natale cambiano ingredienti, pesi e misure dei prodotti, in apparenza uguali a prima e invece un po’ diversi. Per capirci, in molti biscotti che compriamo al supermercato l’olio di cocco o di palma (che in etichetta diventano “grassi vegetali” ma son sempre loro, e in quanto grassi saturi fanno male alla salute) sostituiscono burro e olio di oliva; il pesto è fatto con le noci o l’anarcado (€1 al kg o poco più) invece dei pinoli (€18 al kg); il seducente colore rosa della mousse di salmone si deve più alla paprika che al pesce; il rosso dei lamponi nello yogurt è ravvivato dai coloranti; il sapore della maionese è invariato ma c’è meno olio e più buccia di limone.
Meno subdolo il comportamento di molti ristoranti, per loro la crisi ha cambiato la sostanza non solo l’apparenza. Seguiteci in questo esempio.
Questi sono i menù del cenone di Capodanno del Trussardi alla Scala, apprezzata mangiatoia di lusso milanese guidata dallo chef Andrea Berton. Libagioni e bevande più o meno esclusive si equivalgono, ma il prezzo è passato dei 550 € del 2009 ai 450 del 2010.
Questa è la situazione dell’ultimo quarto d’ora, voi cosa state facendo: 1) controllate le etichette al super per rendervi conto delle differenze? 2) Lasciate al loro destino i prodotti col trucco o non ve ne frega niente? 3)Avete stanziato una parte della tredicesima per il cenone di capodanno al ristorante? 4) Che budget gli avete riservato? 5) What’s tredicesima?
[Crediti: Link – Repubblica, immagini – Antonio Tomacelli]