Un ristoratore che ha chiesto di mantenere l’anonimato commenta gli articoli della stampa sui redditi dei ristoratori.
Cari lettori, vi scrive uno che nella sua vita ha fatto il peggior mestiere possibile. Non mi è riuscito di essere un camorrista o un serial killer, ma sì, di essere un ristoratore. Lo dico perché ho appreso che nelle dichiarazioni fiscali del 2008, i ristoratori hanno denunciato un reddito lordo fra i 13.500 e i 14.500 euro all’anno. Come i pensionati che non arrivano alla fine del mese, hanno subito puntualizzato i giornali. Una connotazione che sembra riferita a figuri moralmente inferiori ai camorristi o ai serial killer.
Siamo noi, i ristoratori, gente che non merita di essere trattata come gli altri italiani. Noi siamo individui ripugnanti per quanto ce la spassiamo: il Suv, le vacanze, lo champagne sempre in frigo. Noi abbiamo solo doveri, perché dobbiamo espiare la grande colpa. Essere EVASORI. Mica i gioiellieri, piccoli imprenditori, macellai, escort, commercianti, stilisti e sportivi. No. Noi, i ristoratori.
Ora, cari lettori, a me sembra che la nozione di ristoratori diffusa dalla stampa sia inesatta e offensiva. Già è ridicolo equiparare il nostro a un lavoro qualunque. Ci svegliamo la mattina alle 6, lavoriamo 16 ore al giorno, non ci sono sabato e domenica, non ci sono Pasqua e Natale. Ogni giorno mi assumo il rischio di una piccola azienda a conduzione familiare, il cui futuro è sempre più incerto. Ma non i costi. L’affitto, il personale, e un sistema di imposte nazionali e locali che rasenta la follia.
Consentitemi di parlare da cittadino a cittadino, io faccio quel poco di nero che i tanti controlli del fisco mi consentono. Sempre meno. Se avessi fatto il contribuente onesto fino in fondo, non sarei riuscito a salvaguardare il mio reddito, che è proprio quello per il quale i giornali si scandalizzano. E il mio ristorante avrebbe chiuso da un pezzo. Non voglio più essere il capro espiatorio di un sistema che non va, i patteggiamenti con il fisco non li hanno inventati i ristoratori. Sono stufo di subire il cinismo dei giornali, che sfoghino l'”effetto Passetto” su qualcun altro.
Un ristoratore.