E dunque, con la seconda delle puntate speciali in programma per stasera alle 21 su Cielo, è davvero finita la prima stagione di Masterchef Italia. E anche io, che ho religiosamente livebloggato le 12 puntate del talent show per cuochi dilettanti in spregio assoluto della mia vita sociale, ho deciso per un post speciale. A raccontarvi il liveblog di Masterchef Italia non sarò più io (era sollievo quello che ho visto sui vostri volti?) bensì i commentatori più assidui e qualcuno tra i concorrenti, scelti tra coloro che hanno più interagito con noi su Dissapore: a volte perché molto amati (è il caso di Spyros), a volte perché tragicamente impopolari (come Alberico).
Bene, io ho detto tutto, lascio a loro la parola. Ovviamente, per evitare che questo post diventasse inutilmente autocelebrativo, ho eliminato dai testi i complimenti sopra la righe e le lodi davvero sperticate a me rivolte. Altrettanto ovviamente, no, non c’erano nemmeno nella versione originale. Bastardi.
SPYROS
Come chiudere un’esperienza così importante come Masterchef, mi basta solo la parola per tremare. Parte la prima puntata e scopro che un blog già parla di me… ma proprio io sono quello? La blogger simpatizza per me, i commenti divertenti o cattivelli ma simpatici. Jade scrive “Datemi una S datemi una P datemi una Y datemi una R datemi una O datemi una S, SPYROS!” Che dire: sono stupefatto e incredulo. La mia prima fan in assoluto! Vi ho seguito e ogni puntata mi sono molto divertito… Ho immaginato Jade vestita da Mascotte Pon Pon. Sara Porro sarà impazzita dovendo allo stesso tempo guardare il programma e scrivere, e i commentatori sempre attenti a rispondere: anche voi vi siete fatti dei bei Pressure Test! Riguardo te, Sara, il prossimo anno invertiamo i ruoli: tu montagne di cipolle ed io a scrivere nel mio blog. Dammi una S dammi A dammi R dammi A SARA. [Okay, ho detto che avrei tolto i complimenti. Ne tengo solo uno, promesso]
ALBERICO
In questi mesi leggervi è stato un piacere – come avere la varicella a Ferragosto. Non so come farò senza tutto l’affetto che mi avete riservato… Jade, MeMedesimo, Patrizia e molti altri: lo so che in fondo vi mancherò. Ma le cose belle prima o poi finiscono e per citare Sara, torniamo a fare l’amore in attesa della prossima stagione di MasterChef Italia [Alberico? Parla per te. Io mi trovo bene così]. Nelle scorse settimane ci hanno chiesto di registrare ulteriori due puntate che sarebbero state lo speciale di Natale. Per un attimo ho pensato che avrei visto i giudici vestiti da Babbi Natale che dispensavano regali – sono un credulone, lo so. Invece ci siamo ritrovati con 3 Befane che hanno dato carbone un po’ a tutti …. a me ormai è fisso, ho pure ucciso il gastrofanatismo in questi mesi! Mentre anche voi sgranocchiate il carbone di zucchero che vi regaliamo noi ex concorrenti, vi comunico che con questo si conclude MasterChef Italia. Ognuno di noi, indipendentemente dal risultato, sta coltivando le proprie passioni con la stessa grinta con cui abbiamo affrontato le gare di questi mesi. Buona fortuna a Spyros, a voi e un po’ pure a noi! E che il 2012 sia bello per tutti!
ANNA
Per me il rapporto con Dissapore è cominciato veramente male, all’inizio vedevo tutte quelle critiche sul fatto che mettevo in evidenza i MIEI AVI la mia DISCENDENZA NOBILE e il mio passato di ballerina veniva dissacrato chiamandomi “Anna Uccello-di-Fuoco Lupi”. Me la prendevo e rispondevo ai post ma non facevo altro che alimentare il fuoco, eravate spietati e senza peli sulla lingua. Io dicevo fra me e me: “Ma il rispetto per le persone anziane dov’è finito? Questi ragazzi sono veramente senza briglie perbacco!” [Anna, ma quando parli tra te e te dici Perbacco? Così, per curiosità]. Non potevo dire di più, tanto per calcare la mano: NOBLESSE OBLIGE… Con il tempo ho cominciato ad entrare nello spirito del blog ed ho finito per riderci su, anche perché, a essere sinceri, tutta ‘sta nobiltà aveva rotto un po’ anche a me. Poi ho visto che anche Sara aveva capito che sotto la mia scorza snob c’era qualcos’altro ed infatti, a Buongiorno Cielo, al telefono io e di persona lei, ci siamo promesse amore eterno con scambio di torte e futuri progetti editoriali/culinari.
TYRSER
Oggi mi ha chiamato Spyros, il vincitore di Masterchef Italia, in una delle pochissime pause che ha nel suo stage da Combal.Zero. Mi ha chiesto di scrivergli la prefazione al suo libro di cucina. Gli ho risposto che non sapevo se ce l’avrei fatta perché dovevo scrivere un pezzo per Sara Porro, LA vincitrice di Masterchef Italia [tengo anche questo complimento. I prossimi li edito. Lo giuro]. Dato che non volevo altri pianti di Albèrico ho pensato di parlare dei giudici, i tre caballeros dell’etere culinario.
Joe Bastianich. Uno che parla italiano come Don Lurio e Dan Peterson shakerati mi fa impazzire. I suoi continui cambi di accento alle parole, la sua personale interpretazione di elisione con cui elimina la sillaba iniziale di molte parole e la sua negazione per le doppie (una su tutte: “sagiare un vino”) sono da manuale. Spesso inserisce delle pause in quello che dice per dare il tempo a chi lo ascolta di far girare il cervello per interpretare e capire il senso delle sue frasi. Con fredda eleganza fa passare una markettona del suo vino e algido insulta i poveri chef-wannabe fino nell’intimo. Gli avi di Anna tremano ancora.
Bruno Barbieri
Nonno Bruno mi rimarrà sempre in mente per i suoi vestiti retrò, per i suoi gilet non coordinati e per quell’occhietto che, dietro agli occhiali, sa essere ammiccante e compiacente ma sa anche sottolineare con rimprovero errori e dimenticanze. Alla fine mi è sembrato un tenerone che alle volte si diverte a sgambettare di nascosto i concorrenti, così, per riderne sornione dentro. E come scordare il papillon slacciato dell’ultima puntata che ne faceva una sorta di Bruce Willis un po’ nerd.
Carlo Cracco
Un po’ Chuck Norris un po’ Julio Iglesias. Molto stiloso, molto curato, molto “ho un consulente d’immagine fico”, ma alle volte si presenta in studio quasi in pigiama. Spettinato e quasi scocciato critica alcuni piatti con profonda cattiveria ma poi ammicca con Imma la dolce e con Ilenia la casalinga scontenta con cui tenta l’approccio del “vieni a vedere la mia cucina?”. Conscio di essere un sex symbol per tutte le gastrofanatiche alle volte sembra svogliato. Altre volte invece veste il saio francescano e aiuta, consiglia e sprona i concorrenti togliendoli dalle sabbie mobili. Un po’ dolce e un po’ gabbana.
MANUEL BLOODBUSTER
Ho sempre invidiato gli appassionati di calcio. Entrano in un bar qualsiasi e possono subito attaccare bottone, discutere, scaldare gli animi. E finalmente è arrivato il riscatto: il liveblog di Dissapore ha permesso anche a me di sparare sentenze sprezzante del ridicolo, trasformandomi in una cosa molto simile al tifoso. L’unica differenza è che ho dovuto cambiare continuamente bandiera, perché i miei prescelti sono caduti sistematicamente puntata dopo puntata. Ok, in fondo una parte del mio subconscio sapeva che il pugile Paolo “orso poeta” Vidoz non aveva grandissime chance. E nemmeno l’irascibile – e per questo divertentissima – Marìka. Così come, ammettiamolo, l’idolo delle folle Federico, l’unico chef “da pavimento” (pare che la sua sesta posizione appaia tuttora in sogno ad un’incazzatissima Chiara. Ho tifato anche lei, nonostante non fosse né simpatica né carina, ma solo per un’insana perversione verso l’accento bresciano). Dopo un po’ sono rimasti solo quelli bravi e, con onestà intellettuale, ho dovuto sostenere il migliore. Colui che, puntata dopo puntata, ha lottato per colmare le proprie lacune e alla fine ha vinto: Joe Bastianich, che all’ultima sfida è riuscito ad usare correttamente gli articoli delle parole. Bravo Joe, è stato un vittoria meritatissimo.
JADE
Amici, finita l’avventura ci si vede tutti al Cenone di Capodanno. I nostri aspiranti mastercheffi cucineranno per voi un menu di tutto rispetto, pieno di simpatia e non privo di un certo sussiego.
Antipasti
– Anna: uccelli di fuoco in bellavista à la mode degli avi degli avi degli avi degli avi (non è un copianincolla)
– Imma: l’ostrica molto femmina che cercava il sogno di un lago sotto la luna di mezzanotte (riduzione di lacrime a parte)
– Ilenia: baccalà mantecato “cuor de mamma”
Primi
– Alberico: shpaghetti shbajiati al pomodoro piennulo, contrito e amareggiato
– Federico: lasagnetta romboide con besciamella perfetta e variazione di ragù al cardamomo gelatinizzato
Secondi
– Luisa: frittura di frittura di frittura (non è un copianincolla)
– Danny: aria di fassona destrutturata in barattolo con ipotesi di eventuale patata che voleva forse essere un porro e supposizione di sali di Maldon
Dessert unico e assoluto (chevelodicoaffà)
– Alessandro: pandispagna “siscieffe” definitivo – Alessandro
Chiara “BarbiePrimaVolta” farà, per la prima volta in vita sua, il caffé. Per info e prenotazioni, numero verde 666 666 666, chiedere di Giuliana.
(My foreverlove Spyros sarà assente in quanto impegnato a cucinare a casa mia)
PATRIZIA
Verso la fine dell’ultima puntata di MasterChef, ricordo vagamente di essermi appisolata sulla scrivania e di aver fatto un incubo: una Sodoma e Gomorra popolata da personaggi surreali che cucinavano sgomitando tra loro, nella speranza di aggiudicarsi l’ambito premio. Ricordo due donne napoletane che non facevano altro che piangere e friggere, un sergente dell’aeronautica che sembrava un protagonista della prima serie di Dallas, la più cattiva, un pugile veneto che aveva appeso i guantoni da boxe al chiodo a favore dei guanti da forno, un barman specializzato nella realizzazione di pan di spagna da lanciare agli avversari per disorientarli, una ballerina di sangue blu che cucinava sulle punte adoperando il Dolce Forno, nella speranza che i suoi avi le apparissero in sogno dettandole ricette per un libro di cucina, una gattamorta simil-Barbie che non si capiva bene cosa facesse, un giovane padre disoccupato uscito dalle pagine dell’ultima versione del libro Cuore by Federico Moccia, un tardoadolescente dal nome epico, indeciso se cucinare o restaurare case, un artista olandese che, anzichè imbrattare tele, imbrattava piatti e pentole, una casalinga di Treviso disperata e in crisi matrimoniale, un cormorano impazzito che correva per lo studio usando attrezzi da cucina in modo improprio e, infine, il dio greco dell’Amore Universale, il più creativo di tutti, incoronato re di MasterChef e Agamennone della Cucina. L’applauso finale mi ha bruscamente risvegliato ricordandomi che l’avventura, almeno per quest’anno, è finita.
ME MEDESIMO
Alla fine, nonostante tutto, mi sono affezionato talmente tanto ai concorrenti che ho passato il Natale con loro. Ci siamo visti in coppa o Vomero, alla friggitoria ora gestita da Luisa e abbiamo mangiato crocchette, panzerotti ‘mbuttunati, mozzarelle in carrozza, struffoli e panettone fritto. C’erano Alberico, che per quella sera ha deciso di essere buono, e il simpaticissimo Alessandro, che ha appena aperto una pasticceria li vicino, a via della Superbia e l’ha chiamata “La Migliore” (ci ha raccontato che i suoi rinomati pandispagna ormai vengono spediti in tutto il mondo). C’era anche Diego, ma non ce ne siamo accorti [questa era finissima, Memmy] e Paolo Vidoz che però è andato via prima di mezzanotte con una slitta colma di strani sacchi, trainata da 4 purcel minimal. Prima di salutarci, Fred ci ha cantato una canzoncina che nessuno ha capito, mentre Danny lanciava ossessivamente uova per aria. C’erano proprio tutti, anche gli avi di Anna: mancava solo Spyros, ma lui era da Scabin a preparare la cena di Natale ai tre giudici…
LUDOVICA
Le guance vermiglie di Enea. E’ sopravvissuto a una madre macrobiotica, ma non a un parrucchiere vandalo. I muscoli nervosi e la piovra di capelli disciplinata di Marìka, la voce, distonica col resto, la caccia fuori. Danny, la spocchia non paga, e poi non si buttano le uova per terra, deficiente. Diego, chi???. Il sorprendente switch di Luisa: detestabile fino all’apparizione della madre, da quel momento adorabile, Luisa. Federico, mio amatissimo, inventore di soluzioni improbabili e precursore del floorfood. Le casalinghe tornite no, dai, le casalinghe tornite no. Quello lììì, espressivo, che voleva tutti morti, come si chiamava? Franco? Sandro? Alberico, lungagnone che non sei altro, gli uomini grandi devono essere buoni, sappilo. La ballerina attempata: inquietante. Il suo amico: l’avrei tenuto, felice esempio forever young. Spyros, sei l’uomo dell’anno, sai stare al mondo, ti vorrei come vicino di casa, al piano di sotto si è liberato un appartamento. Joe e le doppie sbagliate, come noi sardi, Bruno e la besciamella, Carlo che fa l’amore (ad occhi chiusi) con il sapore. Quando tornate?