Cattive notizie per McDonald’s, e per le campagne di marketing via Twitter; per quelle che si affidano alla venerazione dei fan globali sperando di creare un buon ritorno d’immagine nei social network. Tutto inizia quando la catena di fast food più famosa del mondo compra due tweet, li accompagna all’hashtag #McDstories e sollecita i racconti dei clienti. All’inizio va tutto bene.
Ma non è detto che le storie nei social network, proprio perché social, debbano necessariamente essere a lieto fine. Ancora qualche minuto e iniziano i commenti negativi, chi non ama hamburger e fast food trasforma rapidamente le buone intenzioni in un clamoroso autogol. Al punto che, mannò, ma uffa, il quotidiano britannico Daily Mail arriva a compilare una lista dei tweet più trash che il McHashtag ha offerto.
Si va da “Io una volta ho trovato un’unghia nel Big Mac”, a “Mi state dicendo che il McDonald’s utilizza carne vera?”, passando per “Mangiai lì nell’ottantanove. Vomitai. Ora sono vegetariano”.
I racconti delle spiacevoli sorprese abbinate a panini e negozi proseguono fino a quando McDonald’s decide di mettere da parte l’hashtag ormai compromesso. E malgrado parli, con la consueta dose di faccia tosta, di una risposta comunque positiva, ammette che “non tutto è andato come desiderato”.
No, in effetti, e il fallimento della campagna twitter finisce in prima pagina. Ma forse McDonald’s aveva spettative ancora peggiori.
Pensate anche voi ciò che penso io? E cioè che potremmo continuare a raccontare le #McDstories qui su Dissapore. E’ facile, basta cambaire l’hashtag in #McHorrors.
[Crediti | Link: Punto Informatico, Daily Mail, Financial Times]