Per capire se la sciagura del doppio prezzo—uno per i turisti l’altro per gli italiani—sia prerogativa esclusivamente romana, due giornalisti della redazione milanese di Repubblica, Franco Vanni e Teresa Monestiroli, si sono seduti in tavolini diversi dello stesso bar consumando le medesime cose: lei con la piantina di Milano alla mano, una rivista francese e un inglese sicuro; lui con un quotidiano italiano, il casco e l’aria da milanese rimasto in città a lavorare. Volete sapere come è andata?
Bar Sì in galleria Vittorio Emanuele | Viene chiesta una spremuta d’arancia, pochi minuti dopo arriva un bicchiere d’acqua sporcato con dell’arancia spremuta. Il conto? 10 euro a testa. Soldi, che nel caso della turista, vengono intascati in nero.
Bar del Corso in corso Vittorio Emanuele | L’ordine dei due giornalisti è un decaffeinato più un bicchiere d’acqua. L’espresso arriva accompagnato da una bottiglietta di mezzo litro non richiesta. La finta turista paga 6,50 euro, il milanese 4 euro.
Caffè di piazza San Carlo in corso Vittorio Emanuele | Un succo di frutta al tavolo arriva insieme a patatine e olive. il conto è corretto: entrambi 6 euro.
San Babila Caffè in via Montenapoleone | La straniera paga il succo di frutta 4 euro, il milanese 3. La tassa-straniero è del 30 per cento.
Caffè Mercanti in via Mercanti. Vengono ordinati un toast e una bottiglietta d’acqua minerale. Una signorina sorridente batte lo scontrino fiscale: la straniera spende il DOPPIO, 10,50 euro contro 5,30.
Gelateria La voglia in via Dante. Tutti e due spendono 5 euro per una coppa alla crema.
Caffè de Ville in piazza Cadorna | Il conto per lo straniero è di nuovo salato: un caffè al tavolo 3 euro, mentre il milanese ne paga solo 1,50.
Savini in Galleria Vittorio Emanuele | Spremuta ottima e conto identico: 10 euro.
Bar Duomo in piazza Duomo | Un’acqua minerale da 3 euro per entrambi – anche se alla straniera non viene rilasciato lo scontrino.
Bar Brera, di fronte alla Pinacoteca | Anche qui niente ricevuta per chi viene da lontano, ma almeno il prezzo è lo stesso: 1,60 euro.
Tra spremute d’arancia, caffè, acqua minerale, toast e gelati in 4 locali su 10 la turista ha pagato molto di più, in un paio di casi addirittura il doppio. In altri tre casi, il conto era lo stesso, ma alla straniera non è stato consegnato lo scontrino fiscale. Dunque anche a Milano i bar si prendono gioco del turista, specie se si trovano nelle strade più commerciali. L’estate delle truffe continua…