Dice: “tu quei poveri lettori li provochi”. Io non c’entro, non è colpa mia se domani a Roma, nel fast food di Piazza di Spagna, McDonald’s presenta la linea McItaly. E se la notizia segue di pochi giorni una cruenta discussione sulla chiusura del McDo di piazza Cordusio a Milano. Cosa che a molti lettori non è dispiaciuta — nemmeno se è costata il posto di lavoro a un certo numero di persone — anzi, intimamente ha provocato un brivido di piacere, giusto o sbagliato che sia. Riconosciamolo: per ragioni politiche, culturali, e non ultimo gastronomiche, McDonald’s in Italia è un nervo scoperto.
Anche se, sul suolo patrio, nell’annus horribilis 2009, McDonald’s ha aumentato ricavi e clienti rispettivamente del 9,4% e del 6,3%. Oggi i suoi fast food sono 392, altri 30 verranno aperti nel 2010 con 850 assunzioni previste.
Ironia della sorte, ora McDonald’s strizza l’occhio ai prodotti tipici italiani. Sugli hamburger ha già messo il parmigiano reggiano, provocando le polemiche di chi ha visto nell’operazione una svendita del formaggio italiano per immagine e posizionamento, e lo speck altoatesino. Ma la nuova linea McItaly, letta da molti come la risposta corporate al fast food buono pulito e giusto del Mac Bün di Rivoli (Torino), prevede due panini con prodotti tipici italiani, uno dei quali è sicuramente il formaggio Asiago.
Chissà che un giorno per andare in una trattoria tipica non si entri da McDonald’s.