Prefazione. Caro lettore, se prosegui lo fai a tuo rischio. Leggere potrebbe provocarti danni permanenti, nel qual caso ricorda che sei stato avvisato. Fine prefazione. C’era un volta il “conto”. Poteva essere frugale oppure salato, ma tranne alcuni casi curiosamente concentrati nell’estate del 2009, il conto rispettava la legge. Non ci sono più i conti di una volta, prendi quello da quarantatre milioni di euro l’anno (43) presentato da Veronica all’ex marito, il presidente del Consiglio italiano. A suo modo pure lui rispetta le leggi (vale un quarto dei dividendi incassati dal Cav. nell’ultimo anno) ma al mio vocabolario manca la parola per definirlo.
Tu non farci caso, caro il mio piccolo lettore, se parliamo tanto della guida Michelin. Parlare viene via con poco. Pagare il conto nei ristoranti segnalati dalla guida, beh, quello costa già di più.
Che non è un bene se dobbiamo credere ai giornali. Un italiano su cinque ha problemi con la spesa alimentare. In percentuale, 15 punti più del 2008. Solo il 20% degli italiani va al ristorante una volta la settimana. Il 40% lo fa una volta al mese. Il restante 40% non ci va. Punto. Facciamo la spesa soprattutto nei discount spendendo in media 80 euro la settimana. Compriamo più cibi di base, tipo riso e pasta, e meno alimenti costosi.
A occhio, gli unici conti che possiamo permetterci sono quelli di “Dove mangiare, dormire, lavarsi 2010”, la “Michelin dei poveri” appena presentata dalla Comunità Sant’Egidio di Roma. 28 mense, 27 associazioni che si occupano delle cene per la strada, 133 presidi in 22 zone di Roma. Trentatre luoghi dove dormire, 13 dove è possibile lavarsi, 24 siti dove curarsi e 106 centri d’ascolto.
Domani, tra l’altro, è la giornata della Colletta Alimentare, 6.000 supermercati raccoglieranno prodotti non deperibili (olio, pelati, legumi in scatola…) donati dagli italiani. 8900 tonnellate di cibo nel 2008.