Turisti attenti: se una cosa è divertente l’Italia ha una legge che la vieta. E noi, che ancora non ci siamo ripresi dalla scoperta che se una cosa è buona non possiamo mangiarla per superiore intervento genitoriale – divieti che han fatto di noi bambini costantemente frustrati, sottopremiati, incompresi e altri diffusi tratti italiani – pensiamo subito al complotto. Dicono sia colpa di un decreto legge del governo Berlusconi, che cancellata l’Ici sulla prima casa ha offerto ai sindaci la possibilità di rifarsi a suon di multe, vietando tutto. Ecco, riassunta per i lettori di Dissapore, la mappa del nonsiputismo italiano, fonte di infinite perculate dei quotidiani stranieri.
Cibo.
Da due anni nelle città chi mangia in strada è un mezzo delinquente. Il divieto esiste a Roma, Firenze, Trapani e in molte città. Qualche mese fa a Gallarate, un 28enne del posto passeggiava in centro con una birra in mano è stato fermato dalla polizia locale che gli ha contestato «il porto abusivo» di bottiglia di birra. E’ finita con 500 euro di multa. A Lucca e Capriate (Bg) il problema non è solo quello di mangiare ma anche di aprire negozi di kebab nel centro storico.
Spiagge.
A Eraclea in provincia Di Venezia è vietato andare in giro in spiaggia senza indossare una maglietta. Ma è proibito anche giocare a pallone, costruire castelli di sabbia, raccogliere conchiglie e prelevare sabbia. Anche a Lerici non si può uscire in costume ma nemmeno stendere gli asciugamani fuori dai balconi e dalle finestre. A Is Aruttas, in provincia di Oristano, non si può fumare. A Mintumo, in provincia di Latina, non si usano i risciò a pedali durante i fine settimana di luglio e durante tutto il mese di agosto.
Niente massaggi da personale ambulante sui litorali toscani e romagnoli altrimenti si rischia una multa da 2 mila euro a 10 mila. Al Lido di Dante, storica spiaggia naturista in provincia di Ravenna, non si ascolta la musica ad alto volume dalle 13:00 alle 16:00, non si fa volantinaggio, non si prende il sole in topless e da quest’anno per i primi 200 metri di spiaggia è possibile passeggiare ma non fermarsi a prendere il sole. A Sirolo, nelle Marche, non si occupa il posto in spiaggia lasciando un asciugamano. Chi pensava di andare a Capri o a Positano e mangiare un panino in spiaggia rischia grosso ma anche calzando un normale paio di zoccoli nelle strade delle due località.
Sempre a Positano un’ordinanza del sindaco impedisce i fuochi d’artificio durante le feste private, tranne il sabato. Multa fino a 500 euro: troppo alto il rischio incendi, non però di sabato, chissà perché? A Sorrento, un’ordinanza vieta agli artisti di strada di sostare nello stesso posto per più di quindici minuti: bisogna spostarsi di almeno 500 metri. E’ lo stesso sindaco che ha proibito ai ristoratori di invitare i turisti a entrare usando «una forma petulante e molesta». A Scario, in provincia di Salerno, è vietato girare per le strade in costume da bagno per questioni di decoro e a Maiori, sempre nel salernitano, è vietato riverniciare e pulire imbarcazioni sulla spiaggia.
Monumenti.
A Brescia una donna marocchina è stata costretta a pagare 100 euro di multa perché si è seduta sui gradini di un monumento in piazza della Loggia. La donna, 54 anni, con regolare permesso di soggiorno, voleva far riposare la madre ultraottantenne ma il vigile non ha voluto sentire ragioni. Anche a Brescia è vietato sostare in prossimità di monumenti storici. E a Reggio Emilia non ci si può sedere sui gradini degli edifici storici.
Piccioni. In molte località dare da mangiare ai piccioni è tabù: a Bergamo si rischiano 333 euro di multa e chi avesse per propria sfortuna un nido di piccione vicino alla propria casa ha anche l’obbligo di chiuderlo. A Venezia e Lucca la multa per gli amici dei pennuti sale fino a 500 euro. Anche a Cesena la multa arriva fino a 520 euro, e non solo per chi dà da mangiare ai piccioni, anche per chi nutre i gatti randagi.
Altri divieti. A Pordenone è preferibile non litigare con fidanzati o amici? Si rischia una multa da 25 a 500 euro perché nelle vie principali sono vietati gli assembramenti di persone «che assumono atteggiamenti o fanno cose che non consentono la fruizione degli spazi pubblici da parte di altri cittadini». Anche se sono solo in due. A Eboli divieto di darsi un bacio in auto: 500 euro di multa. A Termoli è proibito mettere vasi e fioriere sul suolo pubblico senza autorizzazione. A Sanremo non si parla con le prostitute, a Lecco è vietato chiedere l’elemosina ma l’elenco è lungo e nessuno sa davvero quanto e che cosa comprende.
[Fonte: La Stampa]