Se avete comprato dischi di musica rock negli anni ’80 vi sarete imbattuti nel suo nome, uno di quelli che non si dimenticano. Annie Leibovitz, fotografa che ha fatto epoca, amata da pubblico e rockstar, faceva parlare di sé anche per le scelte anticonformiste. Ha vissuto 20 anni con la scrittrice americana Susan Sontag, morta di leucemia nel 2004 lasciandole un certo numero di beni. Così, la fotografa n.1 della rivista Vanity Fair, costretta a pagare una robusta tassa di successione, ha chiesto in prestito 15 milioni di dollari dando in garanzia i suoi beni, e soprattutto, i diritti d’autore delle sue foto. Per capirci, è lei che ha scattato le immagini di Demi Moore nuda e col pancione, dell’attrice nera Whoopi Goldberg a bagno nel latte, di Bruce Springsteen con la bandiera americana. Comunque, non avendo ottenuto la restituzione del prestito, ArtCapital, una società che fa credito in cambio di opere d’arte, l’ha citata in giudizio. Ecco perché oggi si parla di Anne Leibovitz più che altro per questioni di debiti.
Ma i guai non sono finiti. L’ennesima querela con richiesta di danni (300.000 euro) arriva dal fotografo italiano Paolo Pizzetti, che accusa la fotografa americana di avergli rubato due foto. Assunto a marzo 2008 dalla Leibovitz per collaborare alla realizzazione del calendario Lavazza 2009, Pizzetti consegna le due foto incriminate poco prima che, a luglio, il rapporto di lavoro si interrompa. Motivo? Il calendario non si fa più in Italia, ma a New York.
In realtà, il calendario è stato realizzato in Italia, e le immagini di piazza San Marco e della Fontana di Trevi sono identiche a quelle scattate da Pizzetti. E quando dice identiche, Pizzetti intende che “l’acqua scende dalle rocce nello stesso modo” della sua immagine, e nella foto di Venezia: “ci sono le stesse condizioni atmosferiche, le stesse nuvole della mia”.
E pensare che per le foto di quel calendario, la Caffè Lavazza ha dovuto subire l’umiliazione del premio “nudo gratuito”, quello cioè che non ha niente a che vedere con il prodotto reclamizzato. Ironia della sorte, ad assegnarlo è stata l’associazione femminista Guard Dogs, che come molti in questo maledetto periodo, ha mostrato zero rispetto per la Leibovitz, femminista ante-litteram.
[Immagini: Anne Leibovitz o Paolo Pizzetti, decidete voi]