Lo scontrino di Pizzarium, la pizzeria romana di Gabriele Bonci, che ha provocato commenti indignati su Facebook.
53 euro di pizza da Bonci uno scandalo? E’ sempre fastidioso dover difendere i prezzi di chi fa alta qualità, si tratti di Gabriele Bonci, pizzaiolo romano, Alajmo, Soldera, Hermes, Lamborghini o chi per loro. Ma essendo, qui, l’altrui indignazione qualcosa di cui è giusto a propria volta indignarsi, metterò in chiaro un paio di punti.
Sappiamo che si sono spesi 53 euro di pizza, ma quanta ne è stata acquistata? Su Facebook leggiamo “quattro pezzi da 350 grammi circa”. Esce fuori una media di circa 35 euro al chilo, alta ma possibile con Bonci. Tenendo comunque presente che la sua è una pizza che, per la quantità di condimento che ha sopra, pesa più di quanto sembri, ipotizziamo pure che l’indignato di Facebook abbia visto la bilancia. Ricordiamo anche, però, che un pesce di un chilo ci mette poco, nel passaparola, a raggiungerne cinque.
Ogni pizza di Bonci ha sopra un cartellino con il prezzo al chilo. Quella base bianca che si piega sotto il peso del Pata Negra Joselito Gran Reserva che c’è sopra è troppo cara? Scegli un’altra pizza. Tutti i prezzi ti sembrano eccessivi? Puoi scegliere di uscire, è meno imbarazzante che sedersi a un ristorante stellato, leggere i prezzi e andarsene.
Bonci ha scelto procedure e ingredienti che assicurano una qualità stellare, partendo dalle farine del Mulino Marino (che oggi usano in molti, ma che ha reso popolari lui) e dalle lunghissime lievitazioni. Per il resto, nelle sue pizze troviamo normalmente tartufi, ovoli, formaggi rari e preziosi (in molti casi potete uscire, attraversare la strada e vedere quanto costano alla Tradizione), acciughe del Cantabrico, uova di Parisi, misticanze di 35 erbe spontanee e tutto, dal baccalà agli ortaggi più apparentemente banali, è della qualità più alta possibile. I salumi? In genere sono quelli di Eugenio Barbieri, potete dare un’occhiata ai suoi maiali in questo video. L’attenzione alla ricerca è paragonabile a quella di Roscioli, altro posto romano dove l’uomo della strada facilmente si lamenta dell’esborso, e dove, come da Bonci, non è necessario spendere cifre importanti, a meno di puntare ai cibi più ricercati.
Last but not least: Bonci ha trasformato per sempre l’atto del mangiare pizza al taglio elevandolo al rango di un’esperienza gourmet fruibile spendendo una decina di euro o poco più per saziarsi e riempirsi il palato di gioia. Come rapporto soddisfazione/prezzo siamo ai livelli più alti che si riescano a immaginare.
Tutti ce lo invidiano, tant’è vero che mi è capitato molto spesso di portare via dei gran cartoni di pizza (spendendo anche più di quei 53 euro della discordia) per recapitarli brevi manu a persone residenti a centinaia di chilometri dalla Capitale, innamorate perse, a ragion veduta, dell’arte del maestro Fermenti, primo vero chef della pizza al taglio.
Nient’altro da aggiungere.
[Crediti | Link: YouTube, immagine: Facebook]