Volete farvi trovare impreparati quando i giornali italiani piomberanno sulla nuova tendenza gastrofanatica isolata ieri dal New York Times? Non sia mai. Tanto è sicuro che un trend del genere, irresistibile e idiota allo stesso tempo, manderà la stampa in sollucchero. Allora, a New York esistono i “Nuovi Cavernicoli”. Persone giovani e apparentemente normali con una cosa che li accomuna all’uomo di Neanderthal: la dieta a base di carne. Che comprano alla rinfusa e che a volte mangiano cruda. Se volete, una specie di risposta al movimento vegetariano che spopola nel mondo. John Durant, il 26enne capo-cavernicolo, dice che Oetzi e gli altri uomini delle caverne erano forti e muscolosi senza conoscere l’agricoltura. Alla dieta carnivora (e fanculo il “sopratutto piante” di Michael Pollan) aggiungono esercizi al limite delle capacità fisiche. New York non è la savana e Central Park non è un bosco, ma loro si comportano come se. Camminano per chilometri, salgono le scale a piedi e si esercitano scavalcando cancelli e muri.
Una volta tornati nella grotta, ehm, a casa, aprono il mega congelatore pieno di braciole di cervo o maiale e si nutrono. La cottura è permessa perchè, dicono, i nostri avi conoscevano il fuoco. Ma tra gli integralisti va forte il crudo. “È come mangiare sushi di carne” dice un altro neo-primitivo.
Il pane no. In compenso frequenti donazioni di sangue per simulare le ferite della caccia a mastodonti e bestie feroci. Il movimento “cavernicolo”, ma qualcuno rifiuta il termine in favore di “paleo”, non sarebbe limitato a New York ma avrebbe contagiato altre città americane (io a questa cosa non ci credo, non può essere).
Per gli adepti, la prova provata che il regime caveman funziona, è un vispo 72enne dello Utah, Arthur De Vany, professore di economia in pensione. Ancora forte e muscoloso, fa proseliti partecipando a incontri e seminari in giro per l’America, a parte il blog, naturalmente. “Gli uomini e le donne di 15.000 fa erano molto più forti e sani di oggi”.
Momento serio. Perché non è più possibile avere un punto di vista sul cibo senza ricorrerre a qualche estremismo? Mangiare e nutrirsi sono algoritmi complicati per banalizzarli in questo modo. Michael Pollan lo sa, e ha scritto un libro non fanatico con un grande mantra: “Mangiate cibo. Non troppo. Soprattutto piante” (lasciamo stare che per vendere libri lo sta ripetendo all’infinito).
Parlando di cibo, le idee degli estremisti (vegetariani, ambientalisti…) sono spesso interessanti ma vengono nascoste da slogan retorici usati più che altro per autoconvinzione. E che spesso trasformano gli estremisti in patetiche macchiette. Come i neo-cavernicoli, qui.