Decidete voi, comprate il cofanetto di Totò, oppure, variante low-cost, continuate a leggere. Un conducente dell’autobus di linea Napoli-Acerra è stato denunciato perché ogni sera fermava il mezzo sotto casa, in via Regina Sibilia, e saliva a mangiare con la famiglia. Porte aperte e motore acceso, tanto bastava un colpo di telefonino per avere la pummarola già calda. I carabinieri insospettiti dal continuo salto di corse su quella linea, hanno notato il bus fermo sul ciglio della strada e sono intervenuti. Colto in fragranza flagranza di reato (con metà spaghetto fuori dai denti) il conducente ha detto che di emergenza si è trattato, sapete la toilette. Ma niente, ieri è stato denunciato per interruzione di pubblico servizio, peculato e truffa aggravata.
Di lui, grandioso carattere da commedia all’italiana, scrive oggi con codazzo di polemiche il giornalista della Stampa, Massimo Gramellini. Qualcuno trova che la sua citazione del film Altri Tempi, (Vittorio De Sica nei panni dell’avvocato sornione che difende la peccatrice maggiorata Gina Lollobrigida) sia vagamente anti-meridionalista. Questo è il finale (a me fa ridere).
Signori della Corte, se proprio si vuole dare una colpa all’imputato, forse avrebbe dovuto dire alla moglie di calare due chili di spaghetti in più, invitando al suo desco pure i passeggeri. I quali avrebbero integrato volentieri il prezzo della corsa con un supplemento per la pummarola. La sua, in fondo, è stata una forma di timidezza. Pertanto chiedo che gli venga applicato il lodo Alfano. Al dente e ben condito.