Scusate, ma citare James Brown era obbligatorio. Se ieri vi abbiamo mostrato la prima volta della triade chef-piatto-ristorante in un film italiano (nell’ordine: Davide Scabin, cyber-egg, Combal.Zero e E’ nata una star?) oggi dobbiamo tornare sull’infatuazione per gli chef che ingrassa ormai qualunque media. Il Noma non avrà conquistato la terza stella Michelin, ma il capo-cuoco e proprietario del ristorante di Copenhagen, ovvero il profeta della nuova cucina nordica, al secolo Rene Redzepi, a 34 anni è il quarto chef della storia a occhieggiare sornione dalla copertina del settimanale americano Time. Gli altri: la madre della cucina americana Julia Child e i supercuochi Alain Ducasse e Ferran Adria.
Con una formazione classica, Redzepi ha iniziato nel 1993 al ristorante di Copenhagen Pierre André. Prima di aprire il Noma nel 2003, Redzepi ha lavorato nel ristorante Le Jardin Des Sens di Montpellier, in Francia (tre stelle Michelin); all’acclamato el Bulli di Ferran Adrià’s a Roses in Spagna; al The French Laundry di Thomas Keller (altro 3 stelle Michelin); e da ultimo, come sous chef di Thomas Rode Andersen al Kong Hans Kælder, altro famoso ristorante di Copenhagen.
Il più influente chef del pianeta fonda il suo stile su una combinazione inedita di cucina nordica e balcanica, con un’enfasi evidente sulle specialità territoriali dall’incredibile quantità di erbe alla carne di bue muschiato, al pescato locale.
Cosa significa la copertina di Time per la carriera di Rene Redzepi, a parte l’aumento delle prenotazioni per il Noma, che già oggi sfiorano il milione all’anno per soli 22.000 posti?
Come minimo, la concreta possibilità di assicurarsi per la terza volta consecutiva il titolo di chef migliore del mondo. Sarà così? Per saperlo basta aspettare la nuova edizione della World’s 50 Best, la classifica internazionale di San Pellegrino fissata per il prossimo 30 Aprile.
[Crediti | Link e immagine: FineDiningLovers]