Va bene: Repubblica.it ha il famigerato colonnino di destra, così gli zozzoni guardano i fotogrammi (censurati, signora mia) delle divette e i clic aumentano. Ma il giornale è quella cosa di carta pagata oltre un euro per leggere fior di critici gastronomici che credendosi spiritosi commentano: “Non vorrei che pure gli avvocati italiani, a seguito della campagna finlandese, facessero diventare molestia sessuale il dolce più famoso, il tiramesu, o il famoso scambio delle coppie: ostriche e lambrusco grasparossa e champagne con mortadella”. (Il Sole24Ore di ieri).
La notizia commentata dal critico gastronomico, se per caso l’avete persa, è questa.
Riassumo: per una donna mangiare una banana, un cetriolo o un lecca lecca – insomma alimenti che evocano un atto sessuale – potrebbe integrare il reato di molestia nei confronti dei maschi. Uno scherzo? Più una provocazione sotto forma di video che arriva da un gruppo di avvocati finlandesi per stimolare la discussione su un tema difficile: tutti possiamo subire molestie sessuali sul luogo di lavoro, donne e uomini. Nel video, una provocante impiegata mangia un ghiacciolo mentre i colleghi maschi la guardano visibilmente imbarazzati.
Come dire: Finlandia uguale Banana Republic.
Tutti dimenticando che da noi, nel 2009, le presunte molestie sessuali femminili sono passate addirittura in Tv. O ci siamo scordati del wurstel di Alessia Marcuzzi?
Certo, quella era fiction. Ma ambientata nel paese del Bunga Bunga, altroché Banana Republic!
[Crediti | Link: Il Gastronauta, Corriere.it, Dissapore]