Programmaticamente, l’importanza di quel che ha fatto il milionario Oscar Farinetti (Eataly, ribattezzato “il mercato enogastronomico più grande del mondo”), fa premio sulle due pa**e che ci fa dover parlare sempre di lui, solo di lui. Anzi, dargli proprio la parola (insieme alla erre arrotata di Gigi Padovani de La Stampa). Perciò, nonostante le puntate precedenti, vi ripetiamo 1) che all’apertura della replica yankee di Eataly mancano solo pochi giorni.
2) Che oltre all’area-prodotti, ci saranno 6 nuovi ristoranti, uno per la carne, uno per il pesce, uno specializzato in pasta e pizza, uno vegetariano, una paninoteca, e una spettacolare birreria-gastropub pensile nel rooftop da 2.500 metri. 3) Che non ci sarà champagne ma solo bollicine nostrane, e poi prodotti americani di qualità; carne del Montana ma di razza piemontese, pesce dell’ Atlantico, frutta e verdura bio di un produttore legato a Slow Food, pasta, olio… in arrivo dall’ Italia e dal Piemonte in particolare: ci sarà il cioccolato di Gobino e Venchi, più un caffè Lavazza Tierra. 4) E che nella maxi-vetrina di prodotti nazionali (7.000 metri quadrati) lavoreranno oltre 300 persone.
Ma la domanda è di ordine contabile: hanno investito 25 milioni di dollari e contano di fare un fatturato superiore ai 60 milioni di dollari l’anno? Posto che avere 25 milioni non è da tutti, ma somiglia a una cuccagna. Hey, andiamo tutti a New York City?