Poi dice che la rete non serve, senti qui. Oggi il Massimo dei massimi si regala alle folle con un evento che divide, come quasi tutto da un po’ di tempo in qua. Ma prima di dirti cos’è, un passo indietro. Tutto comincia quando Giulia Marruccelli, fine e appasionata gurmè nonché assidua commentatrice di Dissapore, mette su Facebook la foto di una seducente creazione dello chef Massimo Bottura, il Demì Soufflè di patata dolce e tartufo scorzone. Bob Noto, gourmet e fotografo di lungo corso, ne rimane folgorato, e con la complicità del giornalista Paolo Marchi fomenta il geniale chef dell’Osteria Francescana di Modena a fare “qualcosa di speciale”.
Si architetta l’evento per il 24 aprile, che il calendario dice essere oggi: un Bottura al cubo, con tre turni di servizio in una giornata: mezzogiorno, pomeriggio e sera, che portano all’Osteria Francescana di Modena un tourbillon di candidati dai nomi famosi e quasi-famosi (ma anche no) del circo gastronomico, scritto e parlato e, per stavolta, mangiato. Tra i Grossi Calibri l’avvenente Eleonora Cozzella, Paolo Marchi, lo stesso Bob Noto.
Dunque, è bipolarismo anche su una proposta di serena convivialità: da un lato i Paolomarchisti, che con il celebre gastronomo esaltano l’iniziativa: l’estro e la creatività di Massimo Bottura al massimo grado di libertà in un percorso che si immagina di discreto spessore, tra l’altro a prezzo bloccato: 100 rotondissimi europei (vini esclusi). Dall’altro gli immancabili detrattori, che assimilano l’evento a una catena di montaggio, una Tempi Moderni dell’alta gastronomia. La discutibile corsa contro il tempo che riduce a una semplice passerella ciò che era nato come un incontro tranquillo, “speciale”.
Massimo Bottura – my personal best dinner ever – non è tipo da lasciare le cose al caso: ma per sapere come andrà c’è un unico modo, sempre quello. Prima provare, poi parlare. E Dissapore sarà presente con il corpo e con la mente [cit]. Dalle ore 15:00 in poi liveblogging, livetwitting e live imaging da Via della Stella, Modena, con i protagonisti da una e dall’altra parte del fornello.
[Fonti: Facebook, immagini: Bob Noto]