Settimana scorsa abbiamo discusso i buoni propositi per il 2010 di Eataly, prediletto supermercato del gusto con sedi a Torino, Tokyo, Bologna, Milano e prossimamente New York. Una trovata pubblicitaria poco riuscita che ha fatto parlare i nostri lettori di “editto sulla purezza” o nel migliore dei casi di “ammiccamenti superficiali a valori approssimativi”. E se uno possiede un negozio di specialità italiane a Tokyo, un po’ di tara sulla retorica del km zero dovrebbe farla.
Ma il vero colpo per i nostri cuoricini di fans, è stato costringergi a considerare i prodotti per la cura del corpo come determinanti della cifra distintiva di Eataly. Comprensibile, mica è facile passare dalla ruvida cotenna di un prosciutto Pata Negra Bellota alla maschera rigenerante allo jojoba nello spazio della corsia di un supermercato. Cosa dire allora della pubblicità ideata per la “Befana”, e dedicata proprio ai cosmetici?
Passi l’acqua di rose tonificante, l’olio di argan, il latte detergente a base di acqua termale, ma la pretesa di farci credere che esista una pasta dentifricia per enogastronomi, “in grado di rispettare il potere sensoriale delle papille gustative”, accende una nuance sugo di peperone sui volti dei sostenitori di Eataly. I nostri.