Dall’happy hour al brunch. Nell’arco di tempo che abbraccia i due riti del weekend, la guardia di finanza ha concentrato il blitz milanese contro gli evasori fiscali. Due terzi degli esercenti erano in regola (nota polemica n.1), nei 230 verbali elevati sono spuntati la mancata emissione di scontrini e ricevute, alcuni studi di settore non rispettati, e un certo numero, circa 100, di lavoratori in nero.
E’ stato un uno-due geometrico, prima l’operazione di sabato per controllare “tutti i luoghi della movida”, almeno 20 macro-aree dai Navigli a corso Como, la Galleria Vittorio Emanuele, l’Isola e poi quella durata fino a ieri pomeriggio, tra Duomo, Chinatown, stazione Cadorna e corso Buenos Aires, la via commerciale più lunga d’Europa. Del resto, i pubblici esercizi continuano a essere tartassati (nota polemica n.2).
E i ristoranti i più tartassati tra i tartassati. “Gentili sono gentili, questi ispettori”, dice Alfredo Zini del ristorante Il Tronco, uno dei locali visitati nel quartiere Isola. “E però, i pubblici esercizi sono già la categoria più colpita in assoluto” (nota polemica n.3). In generale, i ristoratori recepiscono la volontà di Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, di voler incutere un sano timore a chi evade il Fisco, anche se, aggiunge Zini: “Non così, non di sabato sera, non in pieno orario di lavoro. Siamo in un momento di crisi, gli accertamenti non devono interrompere il lavoro in una serata importante, con la gente seduta ai tavoli” (nota polemica n.4).
Ma cosa succede durante queste ispezioni, quanti sono gli ispettori? Continua Zini: “Erano in tre, pattuglia in borghese, due funzionari dell’Agenzia delle entrate e un dipendente dell’Inps, sapevano già tutto di me e del locale, sono arrivati ben informati, pieni di numeri e schede, i dipendenti, i flussi di cassa. Ma a parte noi, persone che lavorano 13-14 ore al giorno, dovrebbero andare dagli evasori pesanti, quelli che girano in Ferrari (nota polemica n.5).
Polemica subito ripresa dagli ambienti politici. “Questa non è gente che ha la villa con la piscina. E’ gente che dà lavoro a decine di persone”, sintetizza Matteo Salvini della Lega. “Alcuni dei locali controllati sabato notte dalla Finanza li conosco. Ci vado a prendere l’aperitivo, a mangiare o a ballare. Tutti costoro, oltre a vedersi rovinata la serata più redditizia della settimana, si sono ritrovati anche con il nome compromesso” (nota polemica n.6).
C’è poi chi ne fa una questione tra Sud e Nord, come dimostra un tweet odierno di Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia.
Infine, una domanda per chi è convinto che l’evasione si annidi esclusivamente nel commercio. Come mai non si cerca altrove? Vedremo mai le spettacolari incursioni combinate Agenzia delle Entrate/Guardia di Finanza nonsò, in una multinazionale o nello studio di un professionista? Magari il lunedì mattina? (nota polemica 7).
[Crediti | Link: Repubblica Milano, Corriere.it. Immagini: Repubblica Milano]