So che interessa a pochi ma trovare qualcosa su Identità London nella stampa inglese non è stata impresa facile. Intendo qualcosa che vada oltre il prevedibile pettegolezzo: “Cielo che dive i cuochi italiani… Il più divo è Iaccarino, con tanto di fidanzata strappona”. Chi si è voluto fare un’idea il 29 e 30 giugno, giorni di svolgimento del congresso per cuochi derivato da Identità Golose, ha pattugliato il blog dell’organizzatore, Paolo Marchi, mentre gli inglesi, che ai loro lettori 2 o 3 cose su Massimo Bottura, Massimiliano Alajmo, Enrico Crippa e Moreno Cedroni, potevano verosimilmente raccontarle, beh… quasi nulla. E nulla sarebbe stato meglio visto titolo e attacco del solo articolo trovato (“Forza Italia – New Wave Italian Cuisine” e “Forget spaghetti alla carbonara, or 20 different ways with risotto…”). Ma i pregiudizi, lo sappiamo, sono duri a morire. E standoci attenti mica solo sugli italiani.
Ne abbiamo scovati molti e formidabili in questa mega lista delle “100 cose da sapere se andate in Italia”. Eccone alcuni:
– Il Cappuccino non è proibito nel pomeriggio, ma è disdicevole consumarlo dopo pranzo. In alcuni posti potrebbero rifiutarsi di servirlo, non ve la prendete e abbracciate la cultura.
– Potete chiedere cibo da asporto se siete in una pizzeria al taglio o in una rosticceria. Se entrate in un ristorante per ordinare cibo da asporto gli altri penseranno che siete impazziti.
– Non versate mai il vino (o l’acqua) con la mano rovesciata. E’ considerato malaugurante per la persona che servite, e anche una mancanza di rispetto.
– Il pesce non si mangia col formaggio.
– Il pane e la pasta non si mangiano insieme al Nord, al Sud invece qualche volta.
– La salsa Alfredo non è italiana, non chiedetela.
– Solo la carne di maiale è abbinabile alla pizza. Né pollo né agnello, solo maiale in diverse forme: prosciutto, salame, salsiccia.
– Il pollo non va mangiato con la pasta. E’ così. Non c’è un solo piatto di pasta nella cucina italiana nel quale il pollo sia un ingrediente.
Voi che nella vostra carriera di gastrofanatici chissà quante ne avete sentite, e peggissimo, voi che i ristoranti li frequentate per lavoro, mica volete aggiungere qualcosa a questa lista?