Riapriamo il libro Guida Michelin Italia 2010 al capitolo Ezio Santin. Come avete saputo seguendo il liveblog di Dissapore dalla Triennale di Milano, lo chef del ristorante Antica Osteria del Ponte di Cassinetta di Lugagnano (MI), un pezzo di storia della cucina italiana, ha spiegato alla Michelin di non essere più interessato a comparire sulle guide italiane. Al pari di Gualtiero Marchesi, vuole essere ignorato. Spiegazione: “Sono 33 anni che siamo sotto esame, ora pensiamo che sia giunto il tempo di prenderci questa libertà”. Poi, a sorpresa, il glorioso cuoco si è schierato a favore della rete nell’annosa sfida carta vs web: “Ormai ai ristoranti basta stare su internet”.
O almeno così avevo capito. Ma passando dalle parti di un paio dei miei blogger di riferimento, tutti e due giornalisti, ho notato che mi era sfuggito qualcosa. “Chissà Aldo Grasso che risate si farebbe se Bonolis o Santoro gli negassero per iscritto il diritto di giudicare le rispettive trasmissioni”, ho letto nel blog di Valerio Visintin. “Le opere pubbliche di personaggi pubblici sono naturalmente soggette al giudizio indipendente dei critici”. La chiusa è una memorabile bordata rivolta ai professionisti del gusto. “La sola eccezione è il misero orticello della gastronomia, dove alligna una camarilla di mutuo soccorso tra chef e giornalisti, per convenienza, per questioni d’affari, per mantenere vivo un morboso meccanismo di reciproca promozione”.
Gasp.
Come se non bastasse, Puntarella Rossa vuole boicottare il ristorante di Santin. “E’ triste constatare l’immagine che Santin ha della rete. Una vetrina pubblicitaria”. Il giornalista milanese trapiantato a Roma sembra veramente indignato. “Sarebbe il caso che i siti enogastronomici italiani facessero arrivare la loro voce fino al signor Santin: ‘Caro Santin, non siamo al suo servizio’.”
A occhio, credo che Ezio Santin sia stato frainteso. Ma ho un paio di domande per voi. Ha senso che uno chef, prestigioso quanto volete, chieda alla critica di non essere giudicato? E’ vero che oggi, prima decade del nuovo millennio, ai ristoranti “basta stare su Internet”?
[Mangiare a Milano, Puntarella Rossa, immagine: Maurizio Camagna]