Non sono stati necessariamente i migliori, solo i più popolari. Allo stesso modo, gli altri non erano brutti, diciamo che li avete fraintesi. Sono i 10 post di Dissapore più e meno cliccati del 2009. A dimostrazione che il web è prima di tutto un mezzo visivo, molti dei post più cliccati hanno a che fare con un video o una foto. Va forte anche McDonald’s, tema caldo specie su Facebook e Twitter. Ancora: sesso e truffe non possono mancare. Come ristoranti e guide. Ma il 2009 è stato indubbiamente l’anno della cucina molecolare e di Striscia la Notizia. Purtroppo.
1 – Mordilo il wurstel, Alessia (Marcuzzi). Di Fiorenzo Sartore. Non so se avete presente il Moige (Movimento Italiano Genitori). Dai, il famigerato Moige, quello tutto moralità e Family Day con Berlusconi in prima fila.
Ecco, ora sappiamo che pure questi simpatici amici guardano Italia1 all’ora di cena. Anche loro hanno visto Alessia Marcuzzi leccare il würstel, o spogliarsi, e via così.
2 – Liveblog | La guida Michelin Italia 2010. Di Leonardo Ciomei.
Eccomi alla Triennale di Milano! Sto per conoscere i risultati della guida Michelin Italia 2010, e sono qui per dirveli DAL VIVO.
11:24 | Si parla con insistenza della prima stella al ristorante Glass Hostaria di Roma. Se così fosse, complimenti a Fabio Spada e Cristina Bowerman.
3 – Milano, i furbetti del barettino. Di Massimo Bernardi. Per capire se la sciagura del doppio prezzo—uno per i turisti l’altro per gli italiani—sia prerogativa esclusivamente romana, due giornalisti della redazione milanese di Repubblica si sono seduti in tavolini diversi dello stesso bar consumando le medesime cose: lei con la piantina di Milano alla mano, una rivista francese e un inglese sicuro; lui con un quotidiano italiano, il casco e l’aria da milanese rimasto in città a lavorare. Volete sapere come è andata?
4 – Il Vinitaly di Chanel, professione escort. Di Massimo Bernardi. Vinitaly: ancora una poi basta, promesso. Consentite però, il punto di vista che vi offriamo è inedito. Cose sulla fiera appena conclusa le hanno dette tutti: giornalisti, blogger, vignaioli, sommelier.
Ma una escort, come si chiamano: accompagnatrici di lusso, non si era né sentita né vista.
5 – Roma, chiude il Cuoco Nero di Maurizio Santin. Di Massimo Bernardi. Imprudente. Mi sembra un po’ lo specifico di Maurizio Santin. Non c’entrano le battute sui figli d’arte, ma ci deve essere una spiegazione se L’Antica Osteria del Ponte, il ristorante a pochi km da Milano di Ezio e Renata—i genitori di Santin—è da 30 anni tra i migliori d’Italia mentre il Cuoco Nero, aperto pochi mesi fa a Roma nel quartiere salario dall’ex executive chef della Città del Gusto, e volto noto del Gambero Rosso Channel, pare vicino alla chiusura, come si dice ormai con insistenza.
6 – Mangia il tuo nemico | Cbo, il nuovo panino di McDonald’s. Di Andrea Gori. Abbiamo assaggiato in anteprima il nuovo panino di McDonald’s, misteriosamente battezzato C.B.O.
Seguono note di degustazione. (Non pensate male, non siamo lacerati da chissà quali conflitti di personalità. E’ solo che ci sacrifichiamo volentieri per voi).
7 – La cucina molecolare di Ferran Adrià spiegata a Striscia la Notizia. Di Antonio Tomacelli. Qui sopra, le “Texturas” di Ferran Adria incriminate nell’inchiesta sulla cucina molecolare di Striscia la Notizia. Sono barattoli che contengono gli stessi additivi impiegati dall’industria alimentare nei prodotti per l’infanzia, tipo Danito e Nesquik.
8 – Quando tornerete a Roma. Il meglio della città in 10 indirizzi. Di Massimo Bernardi. 10 posti da non mancare quando tornerete a Roma, scelti per Dissapore dalle biondissime Daniela Delogu e Giulia Mancini.
Dove non indicato diversamente, le immagini sono di Roberto Granatiero, uno dei fotografi più promettenti tra gli specializzati in Food&Wine.
9 – La Malmaison (Milano) batte il Passetto (Roma) 954 a 695 euro. Di Massimo Bernardi. Due coperti: 20 euro. 4 bottiglie di acqua minerale: 24 euro. 6 scampi: 300 euro. 6 gamberoni: 90 euro. Un plateaux (4 ostriche, 2 fasolari): 70 euro. Due bourguignonne: 380 euro. Una fonduta di frutta: 30 euro. Un Zacapa (bicchierino di rum): 40 euro.
Totale: 954 euro (#novecentocinquantaquattro#).
10 – Contro l’esecuzione sommaria di Massimo Bottura. Di Massimo Bernardi. Ieri sera il giornalismo col bazooka di Striscia la Notizia non ci è piaciuto. La prima puntata dell’inchiesta di Max Laudadio sulla cucina molecolare—la seconda stasera—ha detto cose cotte e mangiate (gli additivi forse dannosi per la salute usati da Ferran Adria e Heston Blumenthal, il progetto Inicom, I no quiero volver al ristorante: il libro di Jorg Zipprick) con un approccio ormonale fuori luogo.
I 10 post meno cliccati del 2009.
1 – “Mise en bouteille au Chateau”, forse. Di Andrea Gori. Polemiche in Francia per una controversa proposta di legge che obbligherà i produttori di Pomerol (Petrus, Le Pin , La Conseillante e altre meraviglie costosissime) ad imbottigliare i propri vini DAVVERO nel Pomerol e non nei paesi limitrofi, come pare sia uso comune.
2 – 5 alle 8: strilli quotidiani. Di Massimo Bernardi. Accusato di essere il mandante occulto di Anno Zero, il programma di Michele Santoro che ha perso il vignettista per un turno, l’IDV di Di Pietro replica con un manifesto elettorale dove troneggia un pollo.
“Ci stanno spennando”.
3 – Guide, c’era una volta la scheda ristorante. Di Stefano Caffarri. Yawn. Non sbadigliate, parleremo ancora di guide: di ristoranti, di critici, di critiche, di recensioni. E forse, anche di punteggi. Perchè se il Bolasco direttore della guida ristoranti del Gambero Rosso, qui tra di noi si chiede “mi piacerebbe sapere cosa succederebbe a me se scrivessi in una recensione una frase del tipo” e via citando l’amara considerazione del Bernardi, assai poco soddisfatto della sua visita alla Madonnina di Moreno Cedroni, io qualche domandina me la pongo.
4 – La vampa di Agosto mi fa un baffo. Di Massimo Bernardi. Reciprocità. Proprio mentre cercavamo un pretesto per mostrarvi il video con il milionario Oscar Farinetti—al secondo posto tra i gastrocrati di Dissapore—che conferma elettrizzato l’apertura di un nuovo Eataly a New York (”un bestione, oltre 7.000 metri, il negozio di cibo più importante di New York”), da blog e giornali rimbalza l’idea dei Volumi Bollati.
5 – Gianfranco Vissani | Fisco Inferno. Di Massimo Bernardi. La storia. Nel maggio scorso a Trieste, Gianfranco Vissani partecipa a due serate di «Stelle sul territorio», rassegna organizzata all’Expo Mittelschool dalla Provincia di Trieste. Che con i tempi biblici degli enti pubblici, versa finalmente il compenso concordato in 10.000 (d-i-e-c-i-m-i-l-a) euro. Ma non al cuoco umbro.
6 – Nemmeno il sommelier di Antonio Albanese sarebbe arrivato a tanto. Di Andrea Gori. Dai sommelier di sentori bizzarri ne abbiamo sentiti a raffica, dal “temporale di primavera” alle “interiora di lepre”. A occhio, non promette niente di buono nemmeno quello descritto qui sopra. Ma per capire chiediamo la vostra collaborazione. Che razza di profumi descrivono le parole”sweet fuck in sweet orange“?
7 – 5 alle 9: strilli quotidiani. Di Massimo Bernardi. 1. Si può essere dolci nel dare le dimissioni? Sì, se le scrivete in una torta. [Neil Berret/Flickr] 2. Trippa e pajata a due passi da Wall Street. Come dicono Sora (Lella) a New York? [Laura Mari/Repubblica] 3. Food Revolution. In un lungo articolo il NYTimes spiega perché ci crede.
8 – Una settimana di carnevale supplementare. Di Massimo Bernardi. —Eh sì. Per chi non se ne fosse accorto siamo stati al Vinitaly (e a Vino Vino Vino e a Vin Natur).
—Come? Vi abbiamo detto i vini che preferite consultando l’oroscopo? Rileggendo la notizia precedente si spiegano tante cose.
—Chi sta uccidendo la pizza come la conosciamo?
9 – Siamo quello che mangia nostro figlio. Di Fiorenzo Sartore. Un paio di premesse: chi scrive ha allevato il figlio secondo i dettami della Leche League (per cui il neonato, fino a sei mesi, ha bisogno esclusivamente di latte materno) e mia moglie ha allattato Luca, a richiesta, fino a tre anni e mezzo; sono favorevole ad un approccio naturale alla nutrizione del bambino, quasi autogestito, che gli consenta di esplorare “le vie del gusto”.
10 – Quarto potere? Solo sulla carta… Di Stefano Caffarri. Come si cambia/ per non morire canta Fiorella Mannoia. Potrebbe essere la soundtrack di questi tempi che riscrivono la mitologia dell’informazione. La notizia è che anche il Seattle Post ferma le rotative dopo 146 anni, affidandosi alla Rete. O per restare al wi-fu (wine&food), che la Gambero Rosso Holding si prende una denuncia per comportamento antisindacale e metà della redazione rischia il posto.