Anche se non ne sentivo parlare dall’estinzione dei dinosauri, ieri a Firenze hanno aperto un Hard Rock Cafè. Pare somigli a una discreta percentuale di altri Hard Rock Cafè del pianeta, e comunque non è vero che gli Hard Rock Cafè li frequentano solo i serial killer per rubare i cimeli rock. Che ci sono, eh, anche a Firenze. Poca roba italiana, Pfm e Elio e le Storie Tese, poi un cappellaccio di Britney Spears, la maglia rossa di Buddy Holly, una di Elvis degli ultimi anni, i leggins sberluccicanti di Michael Jackson, l’appunto autografo di Springsteen scritto in un italiano che sembra Lino Banfi.
Per esistere da 40 anni l’Hard Rock Cafè deve averci anche i suoi estimatori, moltissimo gli italiani, dicono i proprietari. Evidentemente a noi piacciono (?) il menù da McDonald’s di lusso, le concessioni locali a bistecca e tiramisù, le patatine fritte a 4 euro come in quello di Venezia, i piatti principali abbondanti a 15 come in quello di Roma. Ci colpisce che questo colosso, a metà tra ristorazione e memorabilia, appartenga a una tribù di indiani (in realtà non è vero che ci colpisce, questa cosa che non la sa nessuno però ai giornalisti piace raccontarla).
A Firenze hanno messo l’Hard Rock Cafè in centro, al posto dello storico cinema Gambrinus, chiuso da un po’. Il sindaco Matteo Renzi ha scritto su Facebook che lo spazio era bellissimo ma vuoto da 15 anni, e Firenze non può vivere di ricordi. Gli è stato risposto che al Gambrinus ci hanno visto Harry Potter mica Quo Vadis, in effetti è chiuso solo dal 2007. E hanno anche aggiunto che svende la città ai privati con troppa leggerezza. “Un s’era detto che bisognava rivalutare il territorio co’ prodotti artigianali della zona?”. Però si è saputo che all’Hard Rock lavoreranno 120 persone così gli animi si sono calmati, e per fare la cosa più democristiana una volta a settimana proietteranno un film.
A dirla tutta, ai fiorentini non è nemmen piaciuta la bischerata del guitar crash, il sindaco e il ceo della catena che spaccano chitarre a terra, stavolta insieme a Piero Pelu’ e Ghigo Renzulli dei Litfiba, che le chitarre ormai solo all’Hard Rock possono romperle. E qualcuno non ha digerito che nelle famose t-shirt del locale ci sia scritto Hard Rock Cafè Florence, invece di Firenze, un storpiatura ritenuta offensiva: “Perché non c’è scritto Nuova Yorke su quelle di NY”, si è chiesto qualcuno stamane?
Bisogna anche dire che ieri, 4 luglio, c’è stata una specie di inaugurazione. In concomitanza con l’Independence Day americano i Simple Minds (non proprio la nouvelle vague dell’indie rock) hanno radunato piazza della Repubblica 6.000 persone, mentre la vera apertura sarà tra qualche giorno.
Mi chiedevo se aveste confidenza con gli Hard Rock Cafè, se le vostre Visa si sono incontrate spesso con i loro registratori di cassa, e casomai in quale parte del mondo. E forse varrebbe la pena far sapere al resto dell’umanità se avete una maglietta o quali cimeli avete visto (e magari anche tentato di far vostri). Ah sì, e se andrete a questo di Firenze entrando anchee voi nel tunnell. Da bravi italiani.