A maggio per una citazione del Los Angeles Times abbiamo visto il sole malgrado fuori piovesse. Oggi, alla seconda menzione internazionale, peraltro di Gourmet — numero uno tra le riviste americane di gastronomia, Dissapore è ingrugnato come mai. Cosa è capitato?
Allora, vediamo. A fine aprile, il giornalista Gigi Padovani rivela al mondo dal suo blog e dalle pagine della Stampa, la bizzarra volontà di Ferran Adriá. Aprire una pizzeria a Barcellona insieme al fratello Albert perché El Bulli, il suo ristorante in Costa Brava—accidentalmente il più famoso del mondo—ha i conti in rosso. Il titolo scelto dal quotidiano torinese è: “Il super cuoco Ferran Adrià diventa un pizzaiolo”. Sbalorditivo.
Il Los Angeles Times sale a bordo e riprende la storia citando il “Well-Respected Dissapore”. I pizzaioli italiani nel mondo sudano freddo pensando a che forma avrà la pizza molecolare ma la preoccupazione dura poco.
Qualche giorno fa Lisa Abend scopre la notizia su Twitter e a momenti sviene. Voglio dire, Lisa Abend vive in Spagna, è la corrispondente di Gourmet, conosce benissimo Ferran Adrià, è insensato che qualcuno abbia saputo la notizia prima di lei.
Si documenta, trova i commenti sul sito della Stampa, legge su Dissapore che “Gennaro Esposito…il padre della pizza napoletana (1889) si starà rivoltando nella tomba”, quindi ferita nell’orgoglio, contatta el mejor cucinero.
Si scopre che “niente di quella storia è vero”. “Albert era in Italia e stava mangiando pizza”, racconta Adrià alla Abend. “Qualcuno della stampa gli ha chiesto se ha mai pensato di aprire una pizzeria, e per stare allo scherzo, Albert ha risposto: ‘Sicuro, in futuro, perché no?’. Abbiamo tanti progetti, e un giorno potrebbero riguardare la pizza “.
Come queste parole siano potute diventare il titolo della Stampa, ricordate?, “Il super cuoco Ferran Adrià diventa un pizzaiolo”, bisogna chiederlo al giornalista Gigi Padovani. “Che poteva anche telefonarmi se voleva sapere”, conclude il super cuoco spagnolo, che non diventerà pizzaiolo, per il momento. Nonostante La Stampa.