Eataly (finalmente) a Roma. Da marzo 2011 all’air terminal

“L’air terminal, ex stazione ferroviaria di Ostiense, ospiterà la sede romana di Eataly“. Lo ha rivelato ieri il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Eataly Roma, che è frutto di un accordo tra Oscar Farinetti, fondatore della catena di supermercati per gourmet, e alcuni investitori privati, aprirà entro un anno un centro polifunzionale dove troveranno posto anche didattica e corsi di cucina.

Il quadrante urbano è quello dell’Ostiense. Una zona affascinante vicina al centro storico, ma allo stesso tempo immersa in un’atmosfera post-industriale. Qui è l’architettura moderna a farla da padrona: Rem Koolhaas sta progettando la Città dei Giovani negli ex mercati generali, Massimiliano Fuksas sta piantando le fondamenta di un curioso albergo che servirà un vasto appezzamento oggi brullo dove troveranno posto gli uffici comunali della nuova cittadella amministrativa: Campidoglio 2.


E poi, tra ex centrali elettriche riconvertite in musei d’archeologia, gazometri, piramidi, stazioni ferroviarie razionaliste e mura romane, in questa Roma assai cara a Ferzan Ozpetek (più di un indigeno attribuisce al film Le Fate Ignoranti l’aumento dei prezzi delle case che va avanti da un decennio), c’è anche lui, l’architetto Julio Lafuente e la sua opera: l’Air Terminal.

Come quasi tutte le realizzazioni romane dei famigerati mondiali di Italia90, la grande opera visse pochissime notti magiche vent’anni fa. Doveva servire ai viaggiatori per disbrigare le procedure d’imbarco e check-in in modo da poter salire su un treno protetto e scendere, a Fiumicino, praticamente già dentro l’aereo. Utopia. Lo spazio fu abbandonato, occupato da campeggi di profughi afgani, sfruttato come ricovero per i senza tetto durante l’inverno, poi trasformato in clamorosa discoteca e infine di nuovo abbandonato. Esauste, nel 2006 le Ferrovie lo misero all’asta. Ad aggiudicarselo la società Geal srl (fa parte dello stesso gruppo della Despar) che promise un uso commerciale con negozi, ristoranti, aree pedonali, supermercati.


Un proposito generico che si è palesato con maggiori dettagli ieri, all’Auditorium di Renzo Piano, quando il sindaco Gianni Alemanno, passando in rassegna tutti i progetti della città a margine di un congresso d’urbanistica, ha lasciato sorpreso il pubblico affermando che “all’Air Terminal, entro 12 mesi, andrà Eataly, una grande catena agroalimentare che ha avuto successo a Torino e che trasformerà la struttura in un tempio della gastronomia. Il tutto grazie ad un accordo tra privati”.

Strano, ha pensato qualcuno, da anni si diceva che la sede romana di Eataly sarebbe sorta agli ex mercati generali (comunque non lontani da qui) e invece…

Il cerchio, comunque, pare chiudersi quando Alemanno parla di “tempio” del gusto. Se guardiamo con attenzione l’architettura di Lafuente, infatti, notiamo che lo spazio venne immaginato come una chiesa gotica, con i suoi rosoni, le sue grandi vetrate. Inondata di luce naturale.

La chiameranno tutti la “Cattedrale del gusto”, si accettano scommesse.