Guardate la barretta qui accanto. “Quando la si mastica, lo zucchero si scioglie, il grasso si fonde, il caramello avvolge le noccioline in un delirio di aromi che portano il palato a provare un’esperienza quasi estatica”. Orsù, sapete bene che queste cose non possiamo averle scritte noi. Sono di David Kessler, già direttore della Food & Drug Administration. Le trovate nel suo affascinante best seller The end of overeating (La fine dell’abbuffata) insieme a una teoria interessante. L’industria alimentare come quella del tabacco fabbrica cibi che creano dipendenza fissando nel cervello desideri irresistibili. Secondo il Dott. Kessler, i produttori ci tengono in ostaggio con miscele sapienti di zuccheri, sali, e grassi, che gli scienziati combinano con precisione conoscendo i nostri comportamenti, i desideri e le preferenze nei sapori. Progettare cibi ipnotici, si legge nel libro, è parte del loro business plan.
Vi sembrano esagerazioni? Crediamo di sì, la parola magica dovrebbe essere autocontrollo, lo stesso che ci difende da altri eccessi legati al cibo. E per quanto affascinante, la teoria dell’assuefazione non sembra del tutto credibile.
Poi però, qualcuno si prenda la briga di spiegare la furia incontenibile con la quale attacchiamo il tubo di Pringles mentre aspettiamo qualcuno. E non dite che non vi è mai capitato.