[Disclaimer 1] Prima di guardare il video, vi devo dire che nel momento in cui ho schiacciato il tasto Play ho pensato “So come andrà a finire”, e invece non ne avevo idea: non so cosa vi aspettiate voi ma quasi sicuramente sarà PEGGIO. In breve: nel video c’è abbastanza per desiderare di prendere un sacchetto di patatine Amica Chips, svuotarlo del suo bisunto contenuto, infilarselo in testa e utilizzarlo per darsi la morte.
Le patatine Amica Chips sono note per due ragioni. La prima. Obbediscono pienamente alla regola contenuta dell’episodio dei Simpson “King Size Homer”: per ingrassare, mangia solo cose che quando le strofini contro un pezzo di carta lo rendono trasparente, e le patatine Amica Chips sono così unte da essere trasparenti come vetro.
La seconda. Da qualche anno, le patatine Amica Chips hanno scoperto di essere sedute sulla loro fortuna (disclaimer 2: ho altre metafore gastrocarnali in serbo per voi) e hanno così deciso di puntare su di un calembour molto sofisticato, ovvero la pluralità di accezioni del termine “patata”, che – ve lo spiego per completezza informativa – indica sia l’umile tubero sia i genitali femminili.
Quindi, abbiamo avuto il memorabile spot – censurato per ragioni incomprensibili, sarà colpa del Vaticano – in cui un imbolsito Rocco Siffredi sta in vestaglia a bordo piscina in mezzo a ragazze in bikini e declama un’elaborata serie di doppi sensi tra patate quelle e patate quelle altre che si conclude con il claim “Fidati di uno che le ha provate tutte”. Slogan: “A chi piace la patatina” (anche sintatticamente azzardato, se posso).
E adesso Amica Chips sta facendo una campagna sui social media, in vista dell’elezione di Miss Patata. Qui c’è il link alla pagina Facebook, che ha pure un signor numero di Likes (o meglio 10mila “fan della patata”, come precisano). Nel sito dedicato, misspatata.com, ci si può candidare a essere Miss Patata 2012: in premio la possibilità di diventare la protagonista del nuovo spot Amica Chips.
Come avete visto, a corredo della campagna esiste un video.
Ci sono ragazze che danzano e mangiano patatine vestite solo di sacchetti trasparenti di Amica Chips (sì miei cari, andate a vedere con i VOSTRI OCCHI se ne avete il coraggio) e signore floride che chiedono: “Ma posso partecipare anche io oppure prendete solo ragazze come quelle là?”. Ci sono le istruzioni per autocandidarsi: si può mandare un filmato, scattare una foto, oppure “cantare una canzone con protagonista la patata”.
Infine: “Se sarai tra le 1500 ragazze più votate” (MILLECINQUECENTO?), potrai partecipare al videocasting, e “Rocco ti aspetta per la selezione finale”.
Passato lo choc, restano le domande: possibile che tutto questo obbedisca a qualche genere di logica di marketing e comunicazione realistica? Davvero i signori di Amica Chips hanno stabilito una volta per tutte che gli amanti delle innocue patatine fritte del sacchetto sono i maschi adulti pornomani, e che le demografiche donne/bambini possono essere sistematicamente ignorate – o meglio, vilipese?
Inoltre: ci sono delle donne che lavorano a questa cosa? Alla riunione da cui si è usciti con l’idea di questa brillante campagna per i Social Media, non c’era almeno una donna? Non ha detto niente?
E infine, Rocco: ma possibile che dopo ben 31 episodi di Animal Trainer tu debba davvero fare il Potato Picker? Tu che tieni alta la bandiera (Ah!) del talento pornografico italico nel mondo, dovresti considerare meglio i tuoi impegni soft-core: questa campagna Amica Chips è irrispettosa (anche) della tua carriera, come gli ex calciatori che si mettono a vendere pentole in tivù.
Aggiornamento delle 11:13: di Miss Patata 2012 parla anche La 27esima ora, il blog di Corriere.it.