Domenica scorsa alla Fiera di Roma si è conclusa Culinaria con Roy Caceres del Metamorfosi, Anthony Genovese de Il Pagliaccio, entrambi a Roma, e Salvatore Tassa de Le Colline Ciociare di Acuto, Frosinone.
Per l’ultima giornata del lungo evento si è mobilitato uno squadrone multiforme di signore e signori, giornalisti, blogger, fotografi e financo lei, mamma Rai, e a giochi fatti e sipario calato possiamo dire: è andata bene, bravi, bis.
La sesta edizione ha portato a casa in 9 giorni un bel successo: sono state quasi 3.000 le persone che hanno affollato il piccolo stand al centro di un padiglione allestito per Big Blu alla fiera di Roma, nonostante i motoscafi della marina militare e le pettinatissime unità cinofile da Salvamento.
Ma cosa determina la riuscita di un evento gastronomico? Affluenza di pubblico, luci adeguate, sedute comode, chef divertenti, degustazione dei piatti, atmosfera frizzante, magia, scongiuri o cosa altro? In questo caso, parlando con chef e organizzatori, un fattore su tutti mi è sembrato determinante. Lo spazio era compatto e completamente fuori dal contesto di una grande fiera gastronomica e forse proprio per questo è stato molto più semplice instaurare un dialogo tra le parti.
Raramente mi è capitato di vedere una foresta di mani alzate tanto folta e con svolazzata di microfoni da una parte all’altra dell’uditorio e la sensazione che ho avuto è stata la totale assenza di distacco tra loro (gli chef superstar) e noi (gastrofanatici di turno). Francesco Pesce e Gabriele Terralavoro, bravissimi organizzatori “sul campo”, insieme con Fabrizio Darini e Barbara Pescatori, ideatori dell’evento, possono a ragione ritenersi soddisfatti e sicuramente pensano già alla prossima edizione, più grande, più bella, più articolata.
Qualcuno di voi lettori è passato per Culinaria? Avete avuto la stessa impressione? E per quanto riguarda gli eventi del ricco calendario enogastronomico: ce n’è uno che aspettate ogni anno con particolare bramosia?
[Crediti | Link: Dissapore, Big Blu. Video | riprese e montaggio: Lorenza Fumelli]