Cose che non sai se possono funzionare in Italia: la doggy bag

Ve li figurate uomini d’affari ingiaccaccravatati accompagnati da dame tacco 12 che escono da ristoranti costosi brandendo una busta riempita con gli avanzi della cena? Sì, stiamo parlando della doggy bag, di gran moda in America e tanto cara a Michelle Obama, che la Onlus Associazione Cena dell’Amicizia ha proposto ai nostri ristoratori come gesto etico per combattere gli sprechi. I primi ad essere interpellati sono stati gli chef Pietro Leeman Leemann (Joia) e Davide Oldani (D’O), i quali si sono dimostrati entusiasti della proposta che nel frattempo ha preso forma diventando un progetto dal nome: “Il Buono che Avanza”. C’è già il logo: un piccolo sacchetto con tanto di manici che fa l’occhiolino.

I ristoranti italiani che hanno aderito alla rete “avanzi zero” sono già 20, e se vi capitasse di andare a cena proprio in uno di questi, a fine pasto oltre al conto, vi sarà consegnato un sacchetto con quel che avete lasciato nel piatto.

Il senso ci è chiaro, e visti i trentasette miliardi di euro in cibo buono che vengono buttati dalle nostre famiglie (secondo uno studio dell’Università Bicocca di Milano), ha senz’altro la sua importanza.

Ma quello che ci chiediamo è: proprio qui, nel Belpaese, dove mangiar fuori spesso e purtroppo è simbolo di status sociale, la busta con gli avanzi potrà funzionare?

[Crediti |  link: Corriere Milano, Pianeta Donna, immagine: Club Papillon]