Lo scorso fine settimana alcuni post hanno coagulato vivo interesse attorno alla ragione d’essere della critica gastronomica. Si discettava non senza adeguata motivazione di cos’è la critica gastronomica, e come, e in cosa differisce dal racconto. Nel frattempo, in un forum di golosastri, il racconto di un pranzo al ristorante Il Povero Diavolo di Torriana (Rimini) consumato a Settembre e incentrato sullo chef Giorgio Parini veniva definito “datat0”. Per la verità se due indizi non sono ancora una prova, sono di certo un sospetto: le idee chiare al proposito non le ha più nessuno. Internet ha preso la critica gastronomica e l’ha infilata in un colossale frullatore, ma non si sa ancora bene cosa ne sia uscito.
Lo avete detto allo sfinimento: parlare di ristoranti su Internet è “diverso“, e avete anche detto come ne dovremmo parlare. Ma nel frattempo sono passati alcuni mesi, e quello che andava bene allora è già sorpassato oggi. Perchè una cosa con la quale dobbiamo fare pace è che Internet sta ridefinendo i contorni di una Nuova Critica Gastronomica. Questi i punti fermi da cui non può prescindere.
1. Internet è un mezzo visivo. La rappresentazione di momenti di intimità con un piatto deve essere fatta per immagini e con immagini: immagini raccontate per coinvolgere il lettore, e immagini vere per mostrare. Possibilmente belle
2. Internet è un mezzo veloce. L’attenzione del lettore dura pochi secondi, entro quei pochi secondi deve leggere qualcosa di interessante: il tasto “back” è troppo vicino. Non attende lunghe introspezioni, descrizioni millimetriche, indagini minuzione. Se ne va.
3. Internet è un mezzo divertente: la parola non deve annegare dentro se stessa, il racconto non può dilagare nell’entomologia, e sullo sfondo deve restare sempre un velo di intrattenimento.
4. Internet invecchia rapidamente, e rapidamente ringiovanisce: tutto quello che è scritto resta per sempre in qualche modo congelato, ma il tempo scorre veloce e richiede sempre qualcosa di nuovo.
5. Internet è “tanta roba”: e paradossalmente, quantità diventa qualità. La continuità, la riconoscibilità dei contenuti, l’assiduità degli aggiornamenti oltre che alla ricchezza degli stessi rende un sito appetibile, una visita valevole. Anche Dante oggi passerebbe in archivio se scrivesse un post ogni sei mesi, seppur epocale.
6. Internet è un mezzo dinamico: nulla si scrive nella pietra, e domani spesso è un altro giorno, e si vedrà [cit.].
Dimenticato qualcosa?