Se facciamo quelli che “è così perché me l’hanno detto, non è così perché non”, allora, non ce la possiamo fare. Dico a stabilire se la top ten nazionale della vera pizza napoletana appena compilata dalla rivista di viaggi Dove, e la sotto-classifica tutta napoletana, siano un minimo credibili. Per cui, solo informazioni di prima mano. I primi 4 posti sono tutti napoletani. 1) Brandi, al n.1 di via San’Anna di Palazzo; 2) Cantanapoli, via Chiatamone 36; 3) Don Salvatore a Mergellina, al 4 di via Mergellina; 4) Lombardi a Santa Chiara, via Benedetto Croce 59. Il 5° posto è ligure: Fradiavolo a Diano Marina, Imperia, in corso Garibaldi 1. Al numero 10 una pizzeria di Pesaro, addirittura: Donna Amalia, in viale Trieste 265.
La sotto-classifica napoletana ora. I primi 4 posti sono gli stessi: Brandi, Cantanapoli, Don Salvatore a Mergellina, Lombardi a Santa Chiara. Poi Dove segnala la storica pizzeria Starita, appollaiata in cima alla stretta salita di Materdei, cui dedica una parte dell’articolo. Per capirci, è quella scelta da Vittorio De Sica nel film L’oro di Napoli.
Seguono Sorbillo (solo sesto?); La Notizia di Enzo Coccia in via Caravaggio; La città del Gusto del Gambero Rosso sul Lungomare di Bagnoli e, fuori porta, Negri, a Pontecagnano (Salerno), fondata nel 1928.
Totalmente ignorati dalla lista napoletana: da Michele, Trianon, Presidente, Mattozzi, Ciro a Mergellina, Capasso Porta San Gennaro.
Io ho riso molto leggendo del decimo posto nazionale assegnato alla Donna Amalia pesarese. E contestualmente, notando l’assenza di Michele da Ale a Senigallia. Comunque, tenuto conto delle attenuanti generiche, cioé che le top ten sono compilate da Orietta Buoncompagni Ludovisi, una teoricamente accreditata, visto che sull’argomento, nel ’96, ha scritto pure un libro, e che stilare una classifica di questo tipo significa andare a caccia di rogne, le domande che vi rivolgo sono:
1) Liste plausibili? 2) Liste passabili? 3) Manco mezza?
[Immagine: Flickr/Rik79]