Entri nel bar fischiettando, sei soddisfatto NEL TUO PICCOLO. Fai la fila alla cassa, uno sguardo alla tabella e metti mano al portafoglio: il caffè costa 75 centesimi. La ragazza davanti a te parla un italiano stentato, capisci che è rumena, probabilmente rom. Non sei infastidito, ma riconosci silenziosamente di non avere un’opinione sugli extracomunitari. A volte ti commuovono, altre li maledici, saltuariamente ti è capitato di dare ragione a Roberto Maroni. Sei un italiano medio NEL TUO PICCOLO. Ora parla la cassiera, che rivolta alla giovane rumena chiede 2 euro. L’altra protesta: “Ma come, ieri costava un euro e cinquanta”. La cassiera ribatte: “Sono due euro”.
La cosa ti disturba, senti montare la rabbia. Lì accanto due agenti stanno comprando cartelle del Superenalotto. Li guardi, speri che intervengano ma sono indaffarati, forse non hanno sentito. La banconista addetta alla macchina serve il caffè da 2 euro in un bicchierino di plastica. Due euro per un caffè nel bicchierino di plastica. La senti parlare, ti accorgi che è rumena anche lei. Forse però non è rom. Hai capito tutto NEL TUO PICCOLO, non che ci voglia molto. Il bar nel quale sei entrato fischiettando non vuole i rumeni, non vuole gli extracomuinitari. Fanno così per convincerli ad andare altrove, pare non sia la prima volta. La rabbia è troppa per giustificarli, anche se non sei un ipocrita. Certe cose oltre che disumane, sono illegali. Ti convinci che è arrivato il momento di essere meno “italiano”. La coscienza reclama, devi fare qualcosa NEL TUO PICCOLO.
PS. Il fatto è realmente accaduto in un bar Via di Tor Cervara alla periferia est di Roma, tra Tiburtina e Collatina, vicino al Raccordo anulare. [Immagine: Corriere Roma]