Avete una trattoria in Val di Susa, la Rosa Blu a Chianocco. O meglio, un bar. Forse vi conviene chiudere per un po’ i battenti e ammettere la sconfitta della ragionevolezza. Perché? Beh, capita che vi sfondino la vetrata. Guardate qui.
E guardate il volto terrorizzato della proprietaria che sostiene di cercare la chiave per aprire, prima che la polizia abusasse del suo potere per rintracciare dei militanti No Tav all’interno del bar. Che come si vede nel video spuntano a profusione in ogni dove. Anche sotto forma di Barbera.
Un’irruzione che mette disagio solo a guardarla. Non solo per la sua illegittimità perpetrata su un esercizio commerciale che applica il suo diritto di stare chiuso (specie visto l’ora in cui avvengono i fatti) ma per l’inutilità del tutto. Per l’arroganza con cui viene messa in atto e con cui vengono allontanati i cronisti. Si sa, i giornalisti quando fanno il loro mestiere rompono i coglioni.
Non c’è bisogno di schierarsi con fermezza sulla questione Tav o No Tav per condannare il clima folle che si respira. E di condannare il desiderio di polarizzare il giudizio di chi vede, legge, ascolta. Che sia il giudizio su un idiota che insulta un carabiniere o su Il Giornale che abusa del solito cinismo nei confronti di uno, che qualunque sia la sua posizione, è sempre in fin di vita. Non si tratta più di atteggiarsi a buoni progressisti politicamente corretti per comprendere che un pezzo di civiltà si srotola ogni volta che scene del genere accompagnano la nostra giornata.
Secondo Marcuse, l’individuo dei nostri tempi è un uomo a una sola dimensione. Temo fosse molto ottimista.
Aggiornamento delle 19:22: parla la proprietaria della trattoria.