Wema a Torino, recensione: la pizzeria che vorrebbe essere napoletana, ma per fortuna non ci riesce

Sono già due le sedi di Wèmà, pizzeria torinese dalla simpatica proposta. La nostra recensione, tra pizze da provare, fritti, pro, contro, prezzi e opinioni.

Wema a Torino, recensione: la pizzeria che vorrebbe essere napoletana, ma per fortuna non ci riesce

Wemà è una pizzeria di Torino (anzi due) che di napoletano ha il nome – da ué ma’, trad. “0 madre”, con l’intrusione di una poco partenopea dabliù – e un certo armamentario che rimanda ironicamente al meridione, e nello specifico per l’appunto alle sue leggendarie matriarche (il battipanni al posto del martello d’emergenza in una teca di vetro e simili amenità). Ma, ops, non è napoletana la pizza, per caratteristiche essenziali e profonde. E nonostante questo (o forse proprio per questo? Attenzione perché qui si cammina su un filo sottile, tra i partenopei duri e puri da un lato, e dall’altro gli altrettanto estremisti e ideologici detrattori) è buona.

Wèmà a Torino

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Wemà a Torino ha aperto a dicembre 2022 in via Bogino, a ridosso di via Po, una collocazione buona per attirare sia universitari che frequentatori del centro chic. La seconda sede apre nel maggio di quest’anno (2024), tra corso Inghilterra, alle spalle della stazione di Porta Susa, e corso Francia, nella zona residenziale chiamata cit Turin. Noi siamo andati a provare questa – e ci abbiamo messo anche un attimo a trovarla, dato che la via è secondaria, e un giardinetto davanti al locale gli regala l’insolita vicinanza di un’area verde ma allo stesso tempo lo occulta un po’.

L’ambiente è piccolo (una trentina di coperti dentro, circa la metà fuori) e curato, con arredamento contemporaneo tendente all’industrial, e aggiunte di simpatia a buon mercato (“La madre pizza”, “Questa pizzeria non è un albergo” ecc.). Servizio ottimo e (davvero) simpatico.

Il menu di Wèmà

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Anche nel menu di Wèmà tanta simpatia: basti pensare che la prima voce è lo Zoccoletto di mamma, cioè la ciabatta che ti tira dietro se non fai il bravo, che poi sarebbero dei rettangoli di pizza da azzuppare nel ragù. E che i nomi delle pizze sono tutti tronchi: Margherì, Bufalì, Marinà, Friarié, le classiche, fino ad arrivare a Guancià, Formà, Tonnarè, Fiorellì, e alla fine anche un po’ ceruttocà, ma vabbuò.

Naming a parte, il menu ha l’indubbio pregio di essere breve: 6 antipasti, incentrati prevalentemente sul fritto, ma senza montanarine. E 22 pizze, senza fronzoli di sotto categorizzazioni interne, cosa che invece piace tanto a molti pizzaioli contemporanei. La proposta è semplice ma invitante, incentrata sui gusti tradizionali e sui classici moderni (abbinamenti ormai telefonati come fiori di zucca-alici-stracciatella); non manca qualche alzata d’ingegno né qualche scivolata nel quasi tamarro (metà calzone e metà pizza, l’impasto al carbone vegetale…).

Prezzi non bassi: al di là di margherita (7 euro) e marinara (6 euro) siamo sempre sopra i 10 e il più delle volte attorno ai 13, con il picco di 15 sulla Fiorellì. Sul bere la situazione è tipicamente non all’altezza: birre industriali alla spina e in bottiglia, almeno tamponate da due proposte artigianali (private label, cioè marchiate Wèmà ma prodotte dal birrificio La Granda) e dall’idea dei cocktail.

Le pizze di Wèmà

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Prima delle pizze di Wèmà, merita l’antipasto più insolito e curioso: Pizza tacos fritto, ovvero una pizzetta piegata in due e farcita con mozzarella e prosciutto crudo; molto buono, poco unto al punto di non sembrare fritto, assai saporita la roba dentro, anche se ovviamente un filo salata.

La cosa che colpisce delle pizze è l’impasto: il disco si presenta sottile e con un cornicione mediamente marcato, anche leggermente bruciacchiato. Fin qui sembra proprio di stare a Napoli, ma al taglio e all’assaggio, sorpresa! La pasta è sottile e morbida ma non molliccia e gommosa; il fondo è asciutto senza arrivare al croccante, ben brunito; il cornicione è senza un’ombra di crudo. Aiuta certo la cottura nel forno non a legna, quindi più lenta e uniforme, ma anche la lievitazione ha il suo merito.

Condimenti buoni, ottima la bufala in particolare: niente acquosa la mozzarella, dolce e non acido il pomodoro. Buona anche la Parmigiá, con le melanzane in doppia consistenza, a cubetti fritti e in crema: quest’ultima carina nell’impiattamento ma che non sa praticamente di niente. Di livello anche la Peperò, con una salsiccia saporita ma non invadente, e due pezzi da novanta come peperoni e cipolle che invece si rivelano dolcissimi e leggeri.

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Opinione

pizzerie

Una pizzeria che vuole sembrare napoletana a tutti i costi, e che invece propone una pizza dalle caratteristiche poco partenopee: non è un male, e merita sia una visita che un ritorno.

PRO

  • Digeribilità ottima: leggera anche troppo!

CONTRO

  • Data la zona di uffici, potrebbe avere una formula o un menu pranzo.
VOTO DISSAPORE: 7.5 / 10
Voto utenti
Wèmà Torino
Wèmà Torino
Via Giustino Fortunato, 4e, 10138 Torino, Torino TO, Italia
Opzioni Vegetariano