W300 è un locale di Torino che fa pizza al trancio in stile romano: quella croccante e alta ma leggerissima (se fatta bene) e condita con gli ingredienti più fantasiosi e golosi. Un posto piccolino, ma che merita. La pizza romana – per una serie di ragioni storiche e strutturali – è stata la prima che, ormai quasi vent’anni fa, ha avuto una svolta gourmet o comunque ha abbandonato lo smercio a bassa qualità che aveva sempre caratterizzato l’universo pizza. Ma la pizza romana è stata anche l’ultima ad arrivare qui a Torino: città che con i suoi tempi, sta ora vivendo una storia d’amore con Roma; di questa tendenza W300 è stato uno dei pionieri, insieme al più recente Tellia di cui abbiamo già pubblicato la recensione.
W300 un nome un programma
La prima cosa che bisogna dire di W300, è fargli i complimenti per il nome. Il W infatti indica – per chi non lo sapesse, ma ormai lo sapete meglio di me – la forza della farina, ovvero all’incirca la quantità di glutine presente. Dai 300 in su si può parlare di farina medio-forte, quindi con tanto glutine, che è uno degli elementi più sul banco degli imputati negli ultimi anni – ingiustificatamente peraltro, celiachia a parte. Onore al merito, quindi, di non starcela a menare con le farine deboli e i grani antichi i quali, spesso saporitissimi ancorché difficili da lavorare per fare il pane, invece per la pizza proprio non vanno bene. L’impasto con poco glutine, come abbiamo spiegato qua, non viene più leggero ma più pesante, perché crescendo meno fa penetrare pochi gas e quindi cuoce peggio. Certo poi tale aspetto va compensato con le lunghe fermentazioni, e questo W300 lo fa e lo sottolinea.
W300 a Torino
W300 apre a Torino nell’ottobre del 2021, come evoluzione di Spizzamo, sempre pizza romana in teglia. Giovanissimo quindi e ancora in fase di rodaggio, soprattutto dal punto di vista del marketing molto cauto. Per dire, W300 Torino non ha un sito, ma solo pagine Facebook e Instagram, né compare sul sito ufficiale della storica pizzeria romana. Già perché W300 è un franchising, nasce da un locale di Roma che fa pizza tonda oltre che in teglia.
W300 a Torino è anche geograficamente un po’ defilato, ma di questo non va fatta tanto una colpa a loro quanto a noi. Via Grassi è in Cit Turin, zona appena fuori dal centro, poco distante dalla vivissima via Principi d’Acaja e soprattutto alla stessa altezza della stazione Porta Susa, anche se alle spalle. Eppure nella stradina si respira un’aria dimessa, quasi periferica, di poco transito: colpa dei torinesi che considerano sacrilego fare due passi in più, ripeto, ma resto convinto che lo stesso locale un chilometro più in là sarebbe pieno di gente a tutte le ore.
Il locale W300, pizzeria o no?
Infine: possiamo classificarlo come pizzeria? La struttura è quella di molti posti simili: la pizza viene tagliata al banco, pesata, scaldata e servita (o confezionata per l’asporto). Se mangi in loco, te la porti tu al tavolino, dove non trovi altro che un distributore di tovagliolini, e ti siedi sullo sgabello. A questo proposito vale rimandare al discorso fatto per Tellia, e che sintetizzando è: sì, se ci si può sedere, anche se scomodi e in pochi, e a maggior ragione se c’è un abbozzo di apertura serale, la mettiamo nel novero delle pizzerie. W300 ha una decina di posti, e chiude alle 21.30, quindi siamo al filo ma ci siamo.
Le pizze di W300
Ma come sono le pizze, e in generale l’offerta gastronomica di W300? Ottime. Il menu è appeso alla parete ma ha poco senso consultarlo, si guarda la vetrina e si vede cosa c’è: alcune pizze possono mancare, altre spuntare a fantasia. I prezzi vanno da un minimo di 13 euro al chilo della pizza bianca in pala ai 22 di alcune super farcite.
Ci sono anche alcuni piatti, nella vaschetta da forno (lasagna d’inverno, riso pomodoro e patate d’estate, per esempio). Ma soprattutto ci sono i supplì, che vengono fritti al momento (evviva). E volendo si può chiudere con un tiramisù. Classica scelta di bevande nel frigo a portata di mano, tra le birre ci sono le varie tipologie di Na Biretta, del produttore romano Birradamare (nato come artigianale, ora proprietà della multinazionale Molson Coors).
La pizza è leggerissima, sia al peso (il che incide positivamente anche sul portafogli) sia al gusto: croccante fuori e piena di bolle dentro, una struttura dalla simil-sfogliatura accentuatissima. Gli abbinamenti golosi pur senza invenzioni strappa-applausi: pomodoro insalatiero e bufala molto fresca e piacevole, parmigiana ben riuscita, e spettacolare quella imbottita con la porchetta di Ariccia, senza null’altro ma 100% soddisfacente e completa. Validissima anche quella sale e rosmarino (quella che a Roma si chiama “bianca”) mentre in quella pomodoro e origano si percepisce una punta acidula del sugo.
Due tranci – che al momento del servizio vengono divisi in due, quindi quattro pezzi – sono sufficienti a sfamare (e a tenere lo stomaco satollo fino a cena). E costano poco più di uno squallido trancio da pizzetteria o panetteria.
Opinione
Pizza al trancio in pala e in teglia, impasto leggerissimo, condimenti gustosi, prezzi bassi: la wave della pizza romana a Torino passa anche e soprattutto da qui. Locale piccolo e decentrato, ma assolutamente da provare.
PRO
- Pizza che è una piuma al palato (e al portafoglio).
CONTRO
- La pizza rigenerata a casa risulta leggermente gommosa e tenace.