Saraceno ieri, oggi, domani è una di quelle pizzerie che rischiano di avere il nome più lungo della recensione. A Torino, in zona centrale e popolare, a due passi dal leggendario mercato di Porta Palazzo, sta in un locale rinnovato e alla mano, tavoli di legno e pochi fronzoli. Il menu evidenzia: “dal 1976”. Se esiste dal 45 anni, un motivo ci sarà. E il motivo probabilmente è che offre un prodotto medio, senza pretese, a prezzi vantaggiosi e con caratteristiche che vanno incontro al gusto locale.
Il menu di Saraceno
Il menu è essenziale: pizze (ben 41), due calzoni, 6 focacce. Unico extra, evidentemente pensando ai bambini, le patatine fritte. L’offerta è ampia ma senza sorprese: non mancano tutti i classici della pizzeria vecchio stile, dalla Biancaneve alla Capricciosa, dalla Valdostana a quella con gorgonzola e pere. Un’altra cosa che fa collocare il Saraceno in un’area legata a una concezione classica, è la grande prevalenza di pizze rosse: quelle bianche sono solo solo tre (e in due comunque ci sono i pomodorini); attenzione, dire concezione classica è un fatto non una critica, anzi troppo spesso notiamo in pizzerie gourmet o di avanguardia una eccessiva predilezione per la base di fiordilatte fuso sulla quale poi costruire elucubrati abbinamenti. I prezzi sono entry level: Marinara a 4.50 euro, Margherita a 5.50, pizze più care a 10. Le birre non sono segnate perché se n’è solo una: Moretti, alla spina o in bottiglia. Da battaglia anche la carta dei vini.
Le pizze del Saraceno
La pizza si presenta leggermente più piccola del piatto, con un cornicione di media grandezza e una cottura uniforme. Impressione confermata al morso: la cottura è stata lenta e prolungata, proprio il contrario della napoletana che è violenta e veloce, e lascia il disco morbido. Qui c’è una certa rigidità, che poi si traduce in una certa secchezza un po’ biscottosa: caratteristica sicuramente adatta al palato del torinese medio.
La Calabrisella ha la ‘nduja che dà il suo solito sprint, non si sente tanto invece la scamorza affumicata, se non nell’eccessivo spessore che crea insieme alla mozzarella e che determina uno strato di latticino non completamente fuso. La Vecchia Puglia è supportata dalle cime di rapa, ma le cipolle crude non rappresentano un grande contraltare, anche per chi non si spaventa e anzi le ama.
Opinione
Pizzeria senza infamia e senza lode, molto basilare nell’offerta ed economica nel conto. L’impasto un po’ secco va incontro al gusto torinese.
PRO
- Il servizio è rapido e premuroso, ci si sente seguiti e coccolati.