“Andiamo da Sancho” è la frase-verità che segue a un volo atterrato a Fiumicino, per chi non abitasse da queste parti. Ma a giudicare dalla fiumana che vi si presenta sui tavoli che si affacciano sulla Darsena, di gente ce n’è eccome. Complice una bella giornata e temperature fuori dal comune, Sancho è il posto in cui andare anche in un semplice mercoledì a pranzo.
Al bancone Franco Di Lelio, in arte “Sancho”, fa roteare paletta e coltello con maestria (fidatevi che pure quella cosa lì, tagliarvi la pizza al taglio al millimetro, è roba che richiede una certa esperienza), lui che dirige l’attività che nel 1969 aprì il padre Emilio, dopo aver scommesso sulla pizza a Fiumicino. In cucina i due figli, Andrea ed Emiliano Di Lelio che hanno preso in carica l’arte della pizza (e pure della comunicazione, ma questa è un’altra storia).
La bellezza della pizza al taglio è che ti prendi quello che c’è. Soprattutto se il posto è affollato e l’ora di pranzo è già avanzata. Sul bancone ci sono i grandi classici: la margherita, la patate e mozzarella, e poi la ripiena di porchetta in teglia con crosta di patate. Una delle pizze più iconiche di questo luogo e più scopiazzate nel panorama romano. Il posto è anche famoso perché, in gloria alla sua posizione, spesso escono fritti e pizze con il pesce o i frutti di mare. Ma per me la bravura si misura con le cose elementari, basiche (sarà così per tutte le pizzerie a taglio che visiteremo, lo anticipo).
Arrivato il nostro turno, proviamo a chiedere prima i fritti: “Ma dimme le pizze” dice Di Lelio, e così su un vassoio finiscono le ordinazioni. L’impasto è realizzato seguendo la tradizione della pizza in teglia: una spolverata di semola sotto, un’ottima lievitazione, croccantezza e condimenti copiosi. Non vi aspettate alveoli spericolati e panetti maxi: qui è tutto più semplice, nel senso più entusiasta del termine. In un morso c’è tutto quello che serve, e non vi dovete affannare mentre gli ingredienti vi tracollano malamente addosso. Dipende dai gusti: nella pizza al taglio, che sia alla pala o in teglia, gli stili sono tantissimi. Qui ne è applicato uno che coniuga bene la qualità delle lievitazioni (la pizza va via con una digeribilità rara) con un approccio tradizionale, che non punta all’eccesso.
Come in tutte le pizzerie al taglio, i prezzi sono apposti su un listino a parte (se avete mai visto come ruota un banco del genere, sapete che mettere i cartellini è un’utopia e igienicamente, non è manco il massimo). Si parte dai 10 euro al kilo della bianca, fino a un massimo di 14 euro al kilo delle altre (anche la porchetta e patate costa così). Le pizze speciali, come quelle col pesce, costano 17 euro.
Il posto è un buchetto, con la cucina che si intravede, e i tavolini esterni che danno sul canale di Fiumicino. Qui arrivate con un vassoio, qualche fritto scelto dai presenti, e una birra in bottiglia. La proposta delle bevande è fast. Ci tengo a precisare, lo faccio oggi e poi non mi ripeto più, che se anche immaginassimo nelle pizzerie di trovare birre artigianali e calici di vino, stiamo parlando in parte di un’utopia. I tempi di servizio sono più brevi, a Roma questa pizza la mangiano appoggiati, camminando, da asporto. Anche i tempi tecnici per raccontare e proporre una carta delle bevande più elaborata si riducono e si sommano con l’esigenza di una spesa più contenuta, che di solito ricerca chi mangia la pizza al taglio.
Poi se siete come me, che la preferite a tutto il resto delle pizze al mondo, a costo di litigare con i vostri colleghi di Napoli o della Campania, allora parliamone: questo è il posto giusto.
Opinione
Sancho è una pizzeria al taglio di Fiumicino molto famosa. E a buon ragione! Adatta per tutti, ma solo se non cercate tovaglie bianche e servizio a tu per tu. Preparatevi invece a fare un po’ di fila, comunque gestita magistralmente, e a godervi uno dei migliori pezzi di pizza al taglio del panorama.
PRO
- Impasto leggero, croccante e piacevolissimo
- Condimenti copiosi
- Scelta ben bilanciata tra classici e creazioni personali
CONTRO
- La fila, che però non è un contro ma la dimostrazione di un successo (meritato)