Era il 2014 quando uscì la notizia dell’apertura di Pro Loco Pinciano. Furono Fiorentina Ceres e Gastone Pierini a dare forma al progetto nella zona intorno a Piazza Fiume (Roma) che in quel momento tentava di diventare una destinazione gastronomica. Elemento fondamentale della nuova apertura, Vincenzo Mancino, o meglio i prodotti che si raccolgono sotto il nome di “Pro Loco DOL”, le eccellenze laziali selezionate sul territorio da produttori piccoli che conservavano spesso ricette tramandante in modo esclusivo. Il locale di Vincenzo Mancino a Centocelle aveva aperto solo un anno prima con una formula analoga.
Da Pinciano troviamo la pizza tonda e la trattoria, un banco dei formaggi e affettati in ingresso e molti altri prodotti del territorio. La destinazione non è di quelle sulla bocca di tutti, forse in assenza di una comunicazione social o media agguerrita, oppure perché il ristorante è divenuto un ritrovo affidabile per il quartiere ma non una destinazione per il resto dei romani (eppure qualche anno fa lì vicino ha aperto anche Berberè). In ogni caso il progetto Pro Loco, così come si vive da Pinciano, resta l’unico e il migliore esempio di promozione dei prodotti laziali, il tentativo di rendere visibile e qualitativo un territorio scarsamente percepito come tale e vissuto per anni nell’ombra di una città enorme e fagocitante.
Per questa ragione scorrere il menu di questa pizzeria (non ci occuperemo della trattoria) è una gioia e, veramente sembra strano dirlo, ancora un esempio del tutto unico in città. Mancino ha aperto anche una sede gestita in modo diretto a Trastevere sullo stesso filone, ma oltre questi indirizzi, ancora oggi, non c’è stata altra pizzeria romana che abbia fatto così tanto ricorso all’idea di filiera e regionalità.
Il menu si articola tra pizze rosse, bianche, speciali Pro Loco, focacce e calzoni. Tra le voci si può viaggiare con le acciughe di Gaeta, il conciato di San Vittore, la salsiccia di Monte San Biagio, le cipolline di Cori, il pecorino di Falisco, il buono della Tuscia, il lardo speziato della Marcigliana, senza escludere qualcosa da fuori regione. In tutto la proposta non è avida: supera anzi le 30 combinazioni. Precede una piccola lista dei fritti, che perseguono la stessa filosofia. Su quest’ultimi diremo che si presentano piuttosto bene ma anche che il riso dei supplì è leggermente oltre cottura. Il risultato è decisamente casalingo, piacevole ma con l’ombra di qualche imprecisione.
La pizza di Pinciano richiama la tradizione napoletana ma con decisi rimaneggiamenti. Ad esempio la spinta su una maggiore croccantezza, la semola usata per accentuarla, il cornicione più rialzato, la cottura quasi a macchia di leopardo che non esclude, purtroppo, qualche sbavatura. Per il resto il risultato è estremamente godibile, i prodotti a condimento sono molto convincenti. E la scelta – lo ripeto – è molto ampia. In qualche caso potrebbe essere un fattore da guardare con sospetto, ma in questo caso mi sembra un modo per dare spazio alla ricchezza produttiva, rimanendo nel solco della semplicità. Tutti i condimenti infatti sono usati per lo più in purezza, senza ricorsi a preparazioni gastronomiche.
Qualche parola sul resto. Partiamo dal locale, che ha sia uno spazio esterno che uno interno. In quest’ultimo il rischio confusione è abbastanza vicino, ci sono cose che sembrano appoggiate per caso a ogni angolo. E se sommate al banco gastronomia, alla zona pizzeria, a quella cassa, agli scaffali dei prodotti, il passo da confortevole a trasandato diventa troppo breve. Sul servizio invece, niente da obiettare. In linea con la proposta e l’aspettativa.
Sul menu delle bevande invece, c’è una scelta di bottiglie del Lazio buona ma migliorabile, perseguendo ad esempio il concetto di mettere in carta piccole chicche del territorio. Il Lazio non ne offre poche da questo punto di vista. Errore rosso invece sul fronte birre, dove viene presentata Birra del Borgo come birrificio artigianale, pur non essendolo più dal 2016. Si potrebbe pensare a una svista ma essendo passati 5 anni, la giustificazione non regge. Anche qui, come per i vini, anzi molto molto di più, andrebbero scelti per coerenza i tantissimi birrifici laziali artigianali che hanno animato la scena brassicola degli ultimi anni.
Opinione
Una buona pizzeria da mettere in lista per assaggiare un mix abbastanza raro di pizza e prodotti dal territorio laziale. Quello che gira intorno al prodotto potrebbe essere migliorato o rinfrescato, ma l’idea è ancora inossidabile come lo era all’apertura
PRO
- Ingredienti e qualità della pizza
- Racconto dei prodotti del territorio
- Prezzi in linea con l'offerta
- Servizio piacevole e non deludente
CONTRO
- Locale disordinato e pieno di oggetti in ogni angolo
- Da rivedere la proposta delle birre per una svolta artigianale di coerenza