Era così tanto tempo che desideravo sedermi a questo tavolo che ormai non ci speravo più. Partiamo dal titolo, prima che dalla prenotazione e spieghiamo subito cosa vuol dire “giovane”. Non giovane nel senso che ci lavorano i 20enni con Tik Tok e il monopattino, giovane nel senso che rispetto ad altre attività storiche di uno dei quartieri più turistici di Roma, tra il vero e il presunto, Peppo al Cosimato arriva nel 2018 sulla piazza, precisamente su Via Natale del Grande, in un punto di Trastevere dove si sono stabiliti altri ristoranti interessanti (a me piace Aromaticus, segnatevelo).
“Al Cosimato” perché Piazza di S. Cosimato si trova a pochi passi ed è la destinazione dove farete decantare la vostra cena.
Peppo dicevamo, apre nel 2018 ed è “l’acrostico” di pizza e pesce povero. Esatto, c’è scritto proprio così sul sito, e a me pare già di sognare pensando che si è recuperata una figura retorica e la si è usata con scioltezza per dire quello che è: una parola o un’espressione in cui le sillabe o le lettere sono anche le iniziali di alcune parole. Dietro Peppo c’è un gruppo di imprenditori reduce dall’esperienza del Caffè Perù vicino a Piazza Farnese, un posto dove molti di noi gozzovigliavano, prima dopo o durante una serata (più una nottata) nel centro di Roma.
Butto il cuore oltre l’ostacolo dicendo che Peppo con questa cosa non c’entra molto. Si propone invece come un ristorante, qualcosa in più di una trattoria, e una pizzeria dove mangiare a Trastevere una buona cucina di pesce e una pizza nel forno a legna di Francesco, detto Franky, il pizzaiolo. Questa duplice proposta fa sì che non parlerò di birre (ce ne sono due senza nome nel menu) ma della carta dei vini di Michele, il sommelier, che contiene un buon numero di referenze, con prezzi che partono dai 15 euro fino a un massimo di 50 per gli champagne e 60 per il Barolo. Una carta principalmente italiana (l’unica eccezione sono appunto, gli champagne) spiegata in modo molto semplice e adatta a soddisfare tutti i gusti.
La prenotazione si può fare anche online e mi permette di aprire una parentesi sul reminder che mi è arrivato per mail a poche ore dalla mia visita e che mi ricorda di sottolineare che chi non si presenta al ristorante dopo aver prenotato è una persona veramente maleducata. Questo Peppo non lo dice con la sua email, che mantiene invece un tono delicato. Quindi comportatevi bene, che andiate nel 3 stelle Michelin o da Gina la Lercia, vale lo stesso.
Torniamo dunque al menu dove c’è, come il nome lascia intendere, molto pesce e così anche nelle pizze e nei fritti. I supplì sono molto buoni, artigianali, nel senso che anche la panatura si distingue per una certa ruvidezza. Non perdono invece quella fogliolina triste di insalata, troppo anni ’80 e decisamente accessoria. Le bruschette (le metto in lista per la prossima volta) sono realizzate con il pane fatto sempre in pizzeria e cotto nel forno a legna. Per la proposta delle pizze si articola così: 7 pizze classiche, 7 pizze speciali (una è quella del giorno da chiedere al personale).
La pizza è veramente una sorpresa: ben stesa, ben lievitata, con un cornicione leggermente pronunciato, e un condimento abbondante. Stra-consigliata la Parmigiana a Bocca di Forno, con Pomodoro San Marzano DOP, pomodori semi secchi, mozzarella di bufala affumicata, melanzane tagliate a funghetto cotte nel forno a legna, spolverata di parmigiano e “TANTO BASILICO” (nel menu è scritto in maiusc) che da sola vale la visita e la mia attesa. Per questa sera c’è solo una pizza sul mio menu e mi è andata tanto bene che lo scrivo: amici di Peppo al Cosimato non deludetemi nella mia prossima visita, quando verrò solo per assaggiare la Franky con datterini gialli e rossi, bufala a fette, basilico, olio EVO anche se saremo fuori stagione.
Si chiude con un favorevolissimo tiramisù, del resto non di soli carboidrati vive l’uomo, due amari, quattro passi e un saluto del cameriere che prima di andare via, zaino in spalla, si ferma proprio per dirci “ciao, buona serata”. Il locale invece è “un tipo”, non c’è veramente nulla che non vada in modo drammatico, ma gli servirebbe un po’ di grazia per accogliere quella pizza che, lo ripeto, merita la vostra attenzione.
Opinione
Ottima pizzeria con una scelta che si armonizza con la dimensione di ristorante di quartiere, ma senza nessuna deriva “turistica” pur essendo nel cuore di Trastevere. Buona la pizza e si fa molto bene a venire per quella, ma anche per quello che gli gira intorno.
PRO
- La pizza
- Buona carta dei vini
- Servizio molto cortese
CONTRO
- L'ambiente, a tratti buio e lasciato un po' all'anarchia