La pizza più buona del mondo? Si mangia nel Connecticut, ovviamente! Non a Napoli, non in Italia ma a New Haven, USA.
Solo qualche sprovveduto ancorato alle tradizioni popolari potrebbe pensare che la pizza abbia ancora qualcosa a che a spartire con la bella città del sole o perlomeno con l’Italia.
La pizza infatti, com’è ormai ufficialmente assodato, è nata a New York, USA, e la pizza migliore del mondo sta di casa nel Connecticut.
Almeno secondo l’autorevole parere del blog ufficiale di TripAdvisor, il portale delle recensioni online, che assegna la palma d’oro della miglior pizza del mondo alla pizzeria Frank Pepe, di New Haven.
Per arrivare al sorprendente epilogo l’articolo parte da una semplice considerazione: siamo essenzialmente un popolo di migratori, tant’è che più di 244 milioni di persone, ben il 3,5 % della popolazione mondiale, vive al di fiori della propria terra d’origine.
Tutto questo gran migrare, muoversi, spostarsi, andare di continente in continente, ha portato a un rimescolamento, una contaminazione di usi e costumi che riguarda anche e soprattutto il mondo del cibo.
Di conseguenza, molti piatti tipici sono diventati più diffusi e importanti nei Paesi di arrivo di questi flussi migratori che in quelli di origine e, in certi casi, le “nuove” versioni, rappresentate da un mix di ricette tradizionali e influenze dei mondi di approdo, risulta addirittura migliore delle versione originale.
Questa la tesi, abbastanza ragionevole in verità, dell’articolo incriminato, che passa poi in rassegna sette piatti tipici che potrebbero esser migliori fuori dai patri lidi.
E non vi sarebbe alcun problema se, tra:
— fish and chips celestiali apprezzabili in Danimarca e non in Gran Bretagna,
— pasticcini francesi più raffinati a Tokyo che a Parigi
— hamburger squisiti migliori a Santiago del Cile che negli Stati Uniti
— cucina tex-mex inarrivabile in Texas molto più di quanto non lo sia in Messico
— curry indiano elevato a livelli inegualiabili dai ristoranti di Londra
— cibo cinese migliore a Kuala Lampur che non nell’immensa Cina,
non trovassimo, al terzo posto, lei: la pizza.
La pizza, vanto e gloria tipicamente italiano, vessillo della nostra arte culinaria da tempo immemorabile, trova il suo massimo esponente in “Frank Pepe, pizzeria napoletana dal 1925” , a New Haven, Connectucut, USA.
Il blog di TripAdvisor la prende alla larga, iniziando da Napoli colonia greca fondata nel sesto secolo avanti Cristo, dove il disco di pasta guarnito da pomodoro e olio si sarebbe presto diffuso come piatto povero alla portata di tutti, per passare poi all’annessione di Napoli al Regno d’Italia, riportando l’antica storiella, improbabile o quanto meno romanzata, in base alla quale la regina Margherita di Savoia, in visita nel 1889 nella città borbonica, sarebbe diventata una fan sfegatata del gustoso disco di pasta, ottenendo per questo il privilegio di poterle dare il proprio nome, grazie alla geniale idea del pizzaiolo Raffaele Esposito.
Disco di pasta che, in seguito alle massicce migrazioni degli italiani verso l’agognata America, ha trovato a New York e Chicago estimatori e fedeli riproduttori che, nel tempo, hanno portato la pizza ad assumere connotazioni, vezzi e interpretazioni locali.
Al punto di trasformarsi da piatto povero nella ricca pizza in stile americano di oggi, con guarniture eccentriche che vanno dall’ananas alla cozze, e che ben poco hanno a che spartire con il semplice pomodoro e mozzarella della classica pizza napoletana.
Bene, dopo questa lunga premessa sull’Italia, su Napoli, sulle colonie greche e sulla Regina Margherita, dove ti va ad assegnare il premio come miglior pizza del mondo, TripAdvisor? Non c’è bisogno di ripeterlo.
Ma cosa sappiamo noi italiani, relegati dalla sfortuna a vivere così lontani dalla vera patria della pizza, New Haven, nel Connecticut, di “Frank Pepe, pizzeria napoletana dal 1925”?
Sappiamo che nel 2009, perfino il nostro amato Guardian aveva tentato lo stesso colpo di mano inserendo Frank Pepe alla voce pizza tra i posti dove mangiare le 50 cose più buone del mondo.
Ma non solo il quotidiano inglese, anche Where to eat pizza, guida alla migliori pizzerie del mondo scritta dal critico gastronomico britannico Daniel Young, cita la pizzeria di New Haven, sebbene al 19esimo posto.
Molto più in basso, per esempio, di quell’altro Pepe, Franco, che a Caiazzo (provincia di Caserta) serve una pizza che addirittura un premio Pulitzer americano come Jonathan Gold, non ha esitato a definire “perfetta“.
O di Gino Sorbillo, vincitore del campionato della pizza 2013 di Dissapore, che a Napoli serve una pizza di rinomata fragranza.
E che ne è di tutte le squisite anche se meno conosciute pizze italiane, gustabili in tutta la penisola, da Torino a Messina, da Trapani a Milano?
Nulla. Per TripAdvisor queste pizze non sono nulla, di fronte a quelle di New Haven.
Forse da quelle parti non le hanno mai provate. Perché, ne siamo sicuri, se avessero assaggiato anche solo una di queste nostre pizze, la palma d’oro sarebbe andata sicuramente a un altro Pepe.
Quello giusto.
[Crediti | Link: TripAdvisor, Dissapore, immagini: Rossella Neiadin]