Nàpiz’ Milano: recensione della pizzeria di Pasquale Pometto

La nostra recensione di Nàpiz' a Milano, la più recente pizzeria aperta da Pasquale Pometto.

Nàpiz’ Milano: recensione della pizzeria di Pasquale Pometto

Milano Centrale: a due passi dalla fermata Repubblica sorge la pizzeria Nàpiz’, ultima creatura di Pasquale Pometto. Siamo andati a provarlo, ecco la nostra recensione.

Conoscerete, se non altro di fama, Pasquale Pometto, il tornado. Pizzaiolo di Rossano Calabro, classe 1977, ha iniziato a stendere pizze a 14 anni per poi raggiungere il successo vincendo il campionato del mondo del 2004; da allora si è aperto ben otto locali, tra Firenze e Prato, a marchio Pizza Man.

Nel 2013, venduti marchio e pizzerie ai dipendenti, si è trasferito a Milano per aprire l’ormai conosciutissimo Pizza Am in corso di Porta Romana. Ad Aprile 2016 ha raddoppiato con Piz, in via Torino, proponendo solo due tipi di pizza (Marinara e Margherita) più una speciale. Nello stesso anno dichiarava di non voler aprire altro all’ombra della Madonnina.

Qualcuno ci ha creduto? Maddai.

Napiz - Locale

Appena due anni dopo, nel giugno del 2018, nasce il Pomet, dedicato ai soli “panini di pizza”, comunicante con Piz e con ingresso in via Valpetrosa. Sempre in Via Torino è poi sorto Pomet Pizza, legato al concetto di asporto, con pizza normale e a portafoglio.

E infine l’ultima e recentissima apertura è arrivata in Viale Vittorio Veneto, a pochi passi da piazza della Repubblica: la pizzeria Nàpiz’.

Nàpiz’: il locale e il servizio

Le pizzerie di Pasquale Pometto hanno sempre gli stessi, evidenti tratti distintivi: oggetti vintage e folkloristici, pareti scritte e colorate, strani lampadari e creazioni originali, tavoli e sedie in legno con tovaglie a quadrettoni, ma soprattutto i quadri realizzati dallo stesso pizzaiolo.

Un ambiente calmo, allegro e piacevolissimo, ravvivato da una musica leggera e quieta.

Napiz - Soffitto

Tratti distintivi, dicevamo, curiosi aggiungerei: le pizzerie di Pometto sono tutte (o quasi, escludete Pomet Pizza) in cima alla classifica di TripAdvisor, quattro si trovano addirittura nelle prime venti posizioni, secondo la Giuria popolare dei ristoranti.

È probabilmente per questo motivo che i locali sono sempre colmi di turisti (?!). Perché ve lo assicuro, la sera in cui sono stato da Nàpiz’ il 90% degli avventori era straniero, tanto che ho potuto constatare una (rara) dote del personale di sale: tutti i camerieri parlavano un inglese fluente e preciso. Giuro di aver persino origliato un paio di battute in ottimo spagnolo.

Se vi pare scontato fate due passi fino alla Stazione Centrale, dove il personale ATM ancora sfugge alle richieste dei turisti blaterando frasi del tipo “I no english!”

Tornando a noi, al di là della ciliegina della lingua, il servizio è forse uno dei migliori che abbia mai avuto modo di trovare in una pizzeria: attento, rapido, organizzatissimo e preciso; si ha sempre l’impressione di ricevere le dovute (ma non eccessive) attenzioni, e nonostante la grande affluenza (il locale era già mezzo pieno in apertura, alle 19.00 di lunedì sera) non si percepiscono ritardi o disagi da intoppi.

Sono poi le piccole attenzioni a fare la differenza, come l’assaggio di Pomet Classico e il calice di prosecco presentati una volta seduti, o il meloncello prima di abbandonare il locale.

Il menu di Nàpiz’, Milano

Non è un segreto che la selezione di Pometto sia ristretta e focalizzata.

Lo esplicita anche l’incipit del menu stesso:

“Pasquale Pometto ha deciso di proporre pizze selezionate, senza rebelòt che ne alterino il gusto e la genuinità. Sapori di una volta, apprezzati in tutto il mondo, ma troppo spesso dimenticati. Con l’abilità della manipolazione e materie prime di alto livello, si contraddistinguerà facendovi tornare indietro nel tempo e confermando il vanto di sfornare prodotti di altissima qualità”.

Amen!

Napiz - Menu

Solo pizze semplici, senza carne o farciture estrose e particolari: si va da Una Gustosa Marinara a 7 euro, a Una Bella Margherita da 8 euro, fino alla Porro Bianca e all’unico Pomet Classico, entrambi a 10 euro.

Una selezione che vuole probabilmente essere un sunto di tutte le attività di Pasquale, ma che fa forse sentire la mancanza di qualche fritto in apertura.

I dessert da pizzeria anni ’90 (sorbetto al limone e al limoncello, dessert del giorno, tartufo bianco, nero o al pistacchio) costano tutti 6 euro.

Si può chiedere di più dalla selezione di birre e vini (calice a 5 euro o bottiglia, tra i 15 e i 25 euro).

Completano il conto l’acqua a 1.50 euro e il coperto a 2 euro.

La pizza di Nàpiz’

Lievito madre, una piccola spinta di lievito di birra, maturazione di 48 ore e un disco di pasta non steso ma “massaggiato”, a detta del pizzaiolo.

Una tonda di taglia M, ispirata ad una napoletana ma cotta a temperatura inferiore in un forno a legna: il risultato è un impasto che tende ad essere scarico, meno colorato, per nulla maculato.
Il cornicione è inesistente o appena visibile, e nasconde qualche piccolo spunto di croccantezza qua e là.

Napiz - Caprese dall'alto

Un impasto leggerissimo, identico dalla prima all’ultima fetta, ma che ho trovato poco entusiasmante.
Chiariamoci, in una carta dove l’estro non è presente per scelta nelle farciture, è lo stile a contraddistinguere maggiormente le pizze di Pasquale, ma il risultato rimane flebile, decisamente poco marcato e brillante.
La cottura sotto, per altro, potrebbe essere migliore, ma nell’insieme è forse la lunga e ingiustificata maturazione a togliere qualsiasi forza alla pasta, troppo scarica di zuccheri per donare un minimo di sapore e piacevolezza al palato.

Napiz - Caprese sezione

Una base vuota, presente, digeribilissima, consistente e dalla shelf-life ampia, ma dall’anima spenta.
Da un artista come lui, sinceramente, mi sarei aspettato molto di più.

La farcitura è senza infamia e senza lode.
Ho provato la Caprese, con vellutata di pomodoro pelato di San Marzano D.O.P., basilico fresco, pepe nero, pomodorini ciliegini di Pachino I.G.P., bocconcini di fiordilatte fresco, origano selvatico calabrese e olio extravergine toscano.

Un fiordilatte buono, fresco ed equilibrato, ma un pomodorino di poco carattere.
Pepe e origano dal sapore non pervenuto.

Napiz - Cottura sotto

Nota di merito per l’ottima Nduja portata ad ogni tavolo, piccantissima e profumata al tempo stesso.

Buono invece il Pomet Classico, con rucola, fiordilatte, parmigiano, pomodorini Pachino I.G.P., scamorza affumicata e olio extravergine di oliva; una specialità di Pometto, saporita, equilibrata e davvero gustosa.

Nàpiz’ è una buona pizzeria, colorata, sempre colma di gente ma calma e accogliente.
La pizza purtroppo non era all’altezza delle aspettative; stiamo parlando di una tonda digeribilissima e senza grosse stonature, non indimenticabile.

La pizza è una cosa semplice, sì, ma non deve mai cadere nel banale.

Napiz - Sorbetto al limone

Informazioni

Nàpiz’ Milano

Indirizzo: Viale Vittorio Veneto 30, Milano
Numero di telefono: 02 39435143
Orari di apertura: Da Lunedì a Sabato dalle 12 alle 14.30 e dalle 19 alle 23.30, Domenica dalle 19.00 alle 23.30
Sito Web: https://www.facebook.com/napizmilano/
Tipo di cucina: Pizza napoletana sbagliata
Ambiente: informale
Servizio: rapido, professionale e cordiale

Voto: 3.1/5