Il Campionato della Pizza 2017 è una produzione Dissapore con Molino Dallagiovanna e Clai Salumi. Se volete informazioni sullo svolgimento delle sfide cercatele in questo post.
Mezzometro
Lungomare Da Vinci, 33, Senigallia – Pagina Facebook
Ma chi gliel’ha fatto fare ad Alessandro Coppari?
Poteva limitarsi a gestire l’ordinaria amministrazione di una pizzeria sul lungomare di Senigallia, che in estate turisti e residenti prendono d’assalto, invece di avventurarsi in un lungo lavoro di ricerca che ha permesso ai suoi metri di pizza di fondersi alla perfezione con gli ingredienti, piuttosto che sparire sotto il loro peso.
Non c’è nulla che Coppari trascuri nella pizza di Mezzometro da Ale: lievito madre, forza e umidità delle farine, temperatura del forno, lievitazioni, maturazioni, consistenze, selezione di piccoli mulini.
Anche la sala è stata insonorizzata e liberata dai tavoli di troppo, benché qualche scelta estetica rimanga discutibile.
Pizzeria P
Via Padre Reginaldo Giuliani, 10 Lissone (MB) – Pagina Facebook
Lo abbiamo già scritto che nel calendario della mode gastronomiche milanesi il 2016 è stato l’anno della pizza.
Con risultati inattesi e sorprendenti in particolare sull’asse Napoli-Milano.
O meglio, nel caso di Pizzeria P, sull’asse brianzola-cavese, viste le provenienze del tatuato Daniele Pozzi, tre generazioni di panettieri alle spalle, e soprattutto di Daniele Ferrara, da Cava dei Tirreni, con le mani in pasta da 17 anni, e un percorso affine a quello del pizzaiolo napoletano Diego Vitagliano, della pizzeria 10 di Pozzuoli.
Locale e Servizio
220 coperti spalmati in tre ambienti per Mezzometro da Ale: sala principale adatta anche alle comitive, saletta e dehors; pareti “parlanti” dove alle tinte forti (pure troppo) si sommano scritte e cartelli che suggeriscono le pizze da scegliere, servizio veloce e, su richiesta, lunghe spiegazioni sullo ying e lo yang della pizza “secondo Ale”.
Le mode si recepiscono anche in provincia, e non per forza dopo cinque anni: ci siamo fatti ammaliare dai fritti in stile napoletano, con pizzette, montanare e panzerotti, sorseggiando grandi bicchieri di gin.
La singolare “pizza-invasion” che ha portato all’ombra della Madunina formidabili pizze napoletane o “gourmet” che dir si voglia, permette di godere –tra le altre– dell’ambientazione moderna con richiami metropolitani di Pizzeria P, complici le pareti scrostate e le tovagliette dai colori british sui tavoli in legno scuro. Coperti disponibili circa 45.
Calda l’accoglienza di Ferrara, il padrone di casa, che non disdegna di sedersi ai tavoli per raccontare un progetto con ancora pochi mesi di vita alle spalle. Servizio giovane e fin troppo casuale.
Menu
Okay volersi distinguere, ma il menu di Mezzometro è alto… mezzo metro. Descrive lo stile della pizzeria, i molti ingredienti locali e anche le ottime scelte campane. Di recente introduzione i fritti, buoni ma non esattamente leggiadri.
La Margherita classica costa 6,50€ (il mezzometro viene servito su un tagliere di legno con due gusti, disponibile anche il metro con quattro gusti), da provare tassativamente l’estiva, la balsamica, con parmigiano reggiano e aceto balsamico tradizionale, una leggerissima pecorino e fave.
Discreta la presenza dei vini, con etichette del territorio e qualche escursione nello Champagne; tra le birre se ne segnala una a tripla fermentazione prodotta nella regione, a Fabriano. Attenti però alla sovrapposizione (quasi esplosione) dei lieviti.
Pochi antipasti precedono le pizze P, che il pizzaiolo Daniele Ferrara, già visto a Milano alla Taverna di Via Ripamonti, ha battezzato con delle sigle in un impeto minimalista degno di miglior fortuna. Discutibile che la Margherita si chiami P1. Costa comunque 7 euro e annovera tra gli ingredienti un parmigiano reggiano stagionato 26 mesi.
Si arriva fino alla P10, con gusti che cambiano in base alla stagione e all’estro di Ferrara.
Poche voci nel menu dei vini e delle birre ma ben scelte. Nel primo caso c’è una maggiore attenzione per bianchi e bollicine, rivedibile invece la selezione dei rossi.
Impasto e Pizza Margherita
Il mezzometro, l’impasto che dà il nome alla pizzeria, è fatto con farina di tipo 1, lievitazione di 48 ore con maturazione a temperatura controllata attorno ai 7 gradi. Ma gli impasti sono parecchi, al kamut, ai 7 cereali, senza glutine. Dulcis in fundo, lievito naturale e alta idratazione.
Molto bella la margherita tonda dal cornicione prosperoso, croccante ma cedevole al palato. La parte centrale è più alta rispetto alla classica pizza napoletana, lo spicchio non cede sulla punta ma l’amalgama tra la pasta e gli ottimi ingredienti è perfetto.
Può capitare che il risultato finale non sia sempre allo stesso livello, specie quando Coppari non è presente al forno.
Daniele Ferrara è un cultore della biga, il pre-impasto piuttosto asciutto preparato con acqua, farina e lievito, ma non disdegna il polish, altro pre-impasto ma più liquido. In ogni caso prevede 30 ore tra lievitazione e maturazione della pizza a temperatura controllata, idratazione attorno al 70%.
Spettacolari dimensioni e alveolatura del cornicione, in puro stile casertano o se preferite (e se nessuno si offende) “a canotto”. Impeccabile e molto migliorata rispetto alla precedente pizzeria milanese di Ferrara la scelta degli ingredienti.
Il risultato di tante attenzioni è un impasto morbido, elastico e profumato, dal sapore personale e marcato ma molto digeribile, in linea con la scuola di pensiero dei pizzaioli che evitano accuratamente le farine molto raffinate.
Giudizio finale
Il numero di impasti che Alessandro Coppari prepara sotto lo stesso tetto di Mezzometro da Ale, e i tanti, tantissimi pregi di tutte le sue proposte, ne fanno un pizzaiolo da seguire con attenzione, ancora di più perché si trova ai confini dell’impero (non è a Napoli, né a Roma, né a Milano).
Resta un po’ di discontinuità nell’esecuzione delle pizze, specie quando queste non passano direttamente per le sue mani. Nonostante i ripetuti piccoli restyling la pizzeria non ha perso del tutto l’aspetto da locale turistico.
Dei diversi, giovani e audaci pizzaioli campani di cui si è riempita Milano negli ultimi anni –per fortuna– Daniele Ferrara è tra i più talentuosi. Dopo Milano, per la sua Pizzeria P ha scelto Lissone, che non sarà bella come Parigi, ma grazie alle pizze squisite, leggere e belle da vedere, allineate con le tendenze del momento, estetiche e salutiste, richiama clienti dal capoluogo.
Anche per questo, riesce imporsi di misura sull’ottima Mezzometro da Ale, pizzeria che chiunque passi da Senigallia ha comunuque l’obbligo morale di provare.
Passa il turno: Pizzeria P
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[Link: Dissapore | Immagini: Antonio Fucito]