Margherì è un locale di Torino che propone la pizza romana: è anzi uno degli elementi di punta di quell’onda che ha portato, con qualche anno di ritardo, lo stile romano di pizza sotto la Mole. Insieme all’eccellente Tellia (recensione qui) e all’ottimo W300 (recensione qui).
Dov’è Margherì a Torino e come funziona
Margherì sta in fondo a via Sant’Ottavio, quartiere Vanchiglia. La Mole e la zona universitaria sono a poche centinaia di metri, oltre corso San Maurizio, ma i paraggi sono abbastanza tranquilli, sembrano lontanissimi il rumore e il caos del centro. Ciononostante, il locale è molto frequentato anche a pranzo di un giorno infrasettimanale qualsiasi: sia da persone che consumano in loco sia da quelli che fanno asporto. È aperto fino alle 22 quindi magari non ci si fa serata, ma cena sì.
Il format è contemporaneo: design minimale e riconoscibile, sin dal logo astratto, con un ambiente caldo ed essenziale, un po’ in stile nordico. Bancone lunghissimo con tutte le teglie in bella vista, tavoli alti con sgabelli – a sottolineare che è di quei locali in cui si fa servizio al tavolo, anche se poi le pizze te le sporgono un attimo – non più di venti sedute. Il personale è gentilissimo ed efficiente, a partire dal titolare e ideatore, lo “chef pizzaiolo” Emiliano Camilleri: simpatico, spiccato accento romanesco, puoi trovarlo lì dietro il banco a spiegarti i tranci e riscaldarteli.
La modalità di servizio di Margherì è quella ormai standard per questo tipo di locali: menu sulla lavagna, ma ancora meglio squadernato live davanti al cliente nel banco-vetrina; si ordina a pezzo – ogni tipologia ha un prezzo all’etto diverso – che viene pesato e messo in forno a rigenerare. La buona notizia per i golosi e gli indecisi è che si può chiedere anche una striscia strettissima, per provare quanti più gusti possibile. Ogni trancio viene poi tagliato in due, e poggiato su un tagliere rivestito di carta; tovaglioli bicchieri e frigo bevande sono a self service.
Le pizze di Margherì
Margherì propone una scelta di pizze molto ampia, anche se ovviamente la rotazione è continua: finiscono in fretta e altrettanto rapidamente ne sfornano altre, diverse. Quasi solo pizze – unica eccezione qualche calzone ripieno – e soprattutto solo roba al forno: nessuna tentazione di fritti, nessuna concessione a piatti, insalate e minchiate varie (bravi). I prezzi abbordabilissimi, si va da 1 euro all’etto per la pizza bianca (a Roma quella senza niente si chiama così, guai a dire focaccia) ai 2 euro e spicci per le più sciccose e gourmet (carciofi alla romana, cacio e pepe, polpo e patate).
L’offerta del bere è, come spesso capita purtroppo, dignitosa ma non allo stesso livello di ricercatezza del mangiare: una birra artigianale (Santa Brigida, di un paese qui vicino, Moncalieri), due pseudo tali (Metzger di Torino e Na Biretta di Roma), bibite industriali.
Lo stile di pizza di Margherì è, se non si era capito, quello in teglia alla romana: alta idratazione, cottura delicata in forno elettrico, risultato croccante fuori e alveolato, arioso dentro. Sul sito dichiarano l’uso del lievito madre, non si capisce se esclusivo o meno. Il risultato dell’impasto è quello desiderato: ben cotta senza bruciature, fondo scrocchiarello e bordo friabile, bella maglia all’interno anche se in certi casi, le pizze col sugo, in certi punti un po’ ammassata e poco aperta (sarà l’effetto del condimento pesante o del lievito madre che spinge poco?).
Complessivamente godibilissimo comunque, come godibilissimi sono i condimenti: ottima la crema di broccolo e spianata calabra (meglio della salsiccia friarielli? Non ditelo ai miei compaesani di Napoli); potente ma non invadente la salsiccia e gorgonzola; sorprendentemente buona anche la pesto e patate, ché di solito il pesto nelle pizzerie non è di qualità; menzione speciale per la quattro verdure del giorno, una pizza vegana, che quel giorno era composta da cavolo nero, cime di rapa, crema di zucca e melanzane grigliate, un abbinamento cui sulla carta non avrei dato due lire, e invece.
Conto e digestione
Paghiamo poco per quanto abbiamo mangiato (e bevuto), digeriamo bene, e in fretta. Non è poco.
Opinione
Margherì è un’ottima pizzeria della new wave della pizza romana a Torino: impasto leggero e croccante, condimenti fantasiosi ma azzeccati, ambiente e personale accogliente. Merita la visita.
PRO
- I prezzi, quasi da pizzetteria di quartiere.
- La qualità, quasi da pizzeria gourmet.
CONTRO
- Certi ingredienti nella fase di riscaldamento patiscono un po' il fatto di essere cotti (i salumi) o ri-cotti (i formaggi).