L’Osteria di Birra del Borgo a Roma: recensione della pizzeria

Recensione della pizzeria Osteria di Birra del Borgo, a Roma: il menu, i prezzi, le nostre opinioni, cosa sapere prima di andare nel locale del famoso birrificio.

L’Osteria di Birra del Borgo a Roma: recensione della pizzeria

I lettori più smaliziati ricorderanno che su queste pagine abbiamo già parlato dell’Osteria di Birra del Borgo a Roma: mai direttamente, mai entrando nel merito dei servizi e della cucina del ristorante, ma per questioni che riguardavano il locale solo perifericamente (come quella volta in cui Identità Golose, sponsorizzato da Birra del Borgo, premiò proprio il gastropub di Birra del Borgo per la categoria “miglior chef pizzaiolo”, lasciandoci perplessi).

Una polemica che certo non riguardava il pizzaiolo in questione: quella di far vincere Luca Pezzetta, che era ed è ancora il pizzaiolo del locale (e che ovviamente non aveva voce in capitolo nella vicenda, essendone i protagonisti da una parte Identità Golose e dall’altra la multinazionale del crafty sua datrice di lavoro) fu una scelta infelice da parte del congresso, che rischiò di screditare più che di avvalorare le abilità del premiato, dando quantomeno l’impressione di una gigantesca combine.

Dunque, com’è questa pizzeria?

Il locale

osteria di birra del borgo

Quello di Osteria di Birra del Borgo è un locale bellissimo. Un design futuribile e potremmo dire imperituro, un po’ berlinese, al contempo elegante e informale, minimal eppure ricco di dettagli di colore accoglie la casa del marchio birrario di Collerosso.

Il lungo banco bar sulla sinistra, entrando, prelude al colpo d’occhio frontale di un’isola spine lucida ed elegante – sulla destra, un impianto per la birrificazione in loco segue i locali forno a vista. L’illuminazione soffusa e diffusa, i suoni rarefatti e ovattati, restituiscono una sensazione di generale comfort senza mai rendere l’ambiente freddo.

Il servizio è preciso e raffinato, pur nella sua completa informalità, e capace di mettere a proprio agio avventori di qualsiasi genere.

Il menu

Purtroppo capitiamo all’Osteria di Borgo proprio a ridosso della chiusura estiva: tutti i lieviti e i celebri impasti di Luca Pezzetta (pizza al padellino, impasto di riso…) sono stati già “mandati in pensione”, a riposare al fresco in vista della pausa agostana: si potrà provare solo la tonda moderna. Poco male, mi dico: sono un nostalgico, avrei provato comunque quella (anche in virtù della comparazione con le altre pizzerie romane).

Gli antipasti, che comprendono bruschette, fritti classici e meno classici e qualche preparazione di cucina, spaziano dai 2 ai 10 euro.

Le pizze “tonde contemporanee” viaggiano su una media prezzi decisamente alta, dalla margherita classica a 10 euro (13 la versione con bufala) alla Cacio, pepe e tartufo a 20 euro.

Sono presenti sezioni “Griglia”, “Primi piatti”, “Contorni” che non terremo in considerazione, valutando la pizzeria.

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Da bere, la selezione alla spina (esclusivamente targata Birra del Borgo) viaggia sui 6 euro per la pinta “romana” da 0,3L: pur se la cessione del marchio birrario all’industria ha fatto precipitare notevolmente verso il basso la qualità della linea prodotti di base, ReAle in testa, la Lisa è una lager più onesta di Heineken e Beck’s, ed i prezzi risultano, grazie alla linea diretta tra locale e birrificio che taglia i costi alla fonte, generalmente in linea con la media di una qualsiasi birra alla spina in pizzeria in questa zona della città. Inoltre è possibile ordinare dalla cantina alcuni prodotti in bottiglia facenti parte degli esperimenti in botte vintage appartenenti al Birra del Borgo pre-acquisizione: sempre un bel bere, davvero, nonostante rappresentino memorie di qualcosa che non esiste più.

I piatti

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La cena comincia ottimamente con delle alici fritte, freschissime, cotte alla perfezione, croccanti e succose, accompagnate egregiamente da una cipolla caramellata (molto buona) servita a mo’ di dip.

Non viaggia purtroppo sugli stessi livelli il supplì classico, fritto in modo egregio e decisamente filante ma un po’ insignificante nella preparazione del risotto di base.

Chiuso il capitolo antipasti, mi trovo finalmente di fronte alle pizze di Luca Pezzetta, versione tonda moderna.

L’impasto è delicato e tenace, dalle evidenti note di pane, racchiuso in un guscio croccante che dona un crunch piacevolissimo al morso; prima che questo si schiuda su una mollica soffice e vaporosa. L’impronta individuale del pizzaiolo è notevole e nettamente percepibile, e si riflette su fette dalla grande tenuta, e dalla cottura impeccabile.

Firma finale e sigillo su ogni produzione, un giro d’olio buono, che si imprime a fuoco sulla crosta aggiungendo una fragranza significativa e agreste che ritorna, elegante come uno stiletto, nel retroolfatto.

Pur trattandosi di una preparazione di grande consistenza, non eterea, ma anzi solida e concretamente masticabile, l’insieme risulta leggero tanto mangiando che in fase digestiva.

Lato topping, è eccezionale la Tre zucchine (16 euro) con crema di zucchine, fiori di zucca essiccati, zucchine a scapece e grue di cacao; che – ci viene spiegato – Pezzetta si porta dietro sin dalla sua precedente esperienza lavorativa presso la pizzeria Il Bersagliere: armonica e circolare, la dolcezza della crema bilanciata dall’idea acida della scapece e dallo spunto amaro/grasso finale del cacao, con cremosità, croccantezza e umidità a completare perfettamente il giro di consistenze cominciato dall’impasto.

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Agli stessi livelli (altissimi) la Tonno e cipolla (17 euro), sormontata da bufala a crudo, carpaccio di tonno fresco di qualità assoluta, cipolle confit e qualche foglia di menta che dà il colpo di grazia a un’armonia aromatica tanto concentrata che leggera, e tutta improntata alla freschezza.

Meno esaltante la Cacio, pepe e tartufo (20 euro); accattivante e sapida – forse anche un filo troppo – ma con il tubero estivo obnubilato da un eccesso di pecorino grattugiato.

Da rifinire – fermo restando che parliamo di prodotti che giocano nel campo dell’eccellenza – la Parmigiana (14 euro), sia sul piano gustativo che su quello estetico: la crema di melanzane risulta decisamente bruttina da guardare, e nel complesso la guarnitura con pesto di basilico e scaglie di Reggiano non restituisce l’esperienza del piatto originale cui s’ispira.

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Divertente e diretta, infine, la Pollo e peperoni (16 euro); in cui il piatto tipico del Ferragosto romano viene trasposto direttamente, senza smuoverlo di una virgola, sul disco d’impasto: successo assicurato (specie se la materia prima impiegata è, come in questo caso, niente meno che strepitosa).

L’opinione

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L’Osteria di Birra del Borgo è un locale bello, tranquillo, dove risulta piacevole sedersi e mangiare in un’atmosfera generalmente rilassata e sofisticata.

L’ottimo servizio, efficiente e preciso, mette a proprio agio provvedendo con garbo e prontezza alle necessità dei clienti.

Le pizze di Pezzetta partono da due punti di forza che le avvantaggiano in partenza: un grande impasto, ottimo e spiccatamente personale, in cui risultano evidenti la passione, lo studio e la dedizione alla professione oltre che il talento; e l’impiego per i topping di ingredienti di primissima fascia.

Risultano forse da lucidare e sottoporre a labor limae alcune delle combinazioni proposte per le farciture, mentre altre splendono letteralmente di luce propria.

Sugli antipasti di cucina il ristorante può certamente migliorare qualcosa: sul bere invece (e qui subentra ovviamente la mia parzialità di alfiere del prodotto artigianale, che vede ancora nella cessione dei migliori interpreti del craft all’industria un dramma e un peccato, oltre che un pericolo per l’intero settore), al netto del crogiolarsi nelle memorie dorate del passato, non c’è davvero più niente da fare.

Informazioni

L’Osteria di Birra del Borgo

Indirizzo: Via Silla 26a

Sito web: https://osteria.birradelborgo.it/

Orari di apertura: Tutti i giorni, 12-02

Tipo di cucina: Pizza all’italiana contemporanea

Ambiente: Raffinato e confortevole

Servizio: Preciso, efficiente, garbato

Voto: 4/5