La situazione delle pizzerie di Venezia non è cambiata molto in questi due anni di pandemia, anzi, un po’ come in tutte le attività veneziane quello che si percepisce è piuttosto uno stallo, un trattenere il respiro perché tutto rimanga com’è e non arrivino altri danni. La pandemia ha colpito duramente le destinazioni turistiche, ma Venezia è stata colpita più duramente di altre: da un lato perché la gran parte del turismo veneziano degli ultimi anni proveniva dall’Oriente e dalle Americhe, dall’altro perché il turismo italiano, che volente o nolente ha dovuto ripiegare in Patria per le vacanze, ha scelto soprattutto le mete marittime e la montagna.
Insomma a Venezia da un paio di anni a questa parte si contano soprattutto le saracinesche abbassate, molto più di quelle che sono rimaste alzate e le novità sono timide. Se tutto questo è triste il motivo non va solo ricercato nella contingenza, ma anche in una gestione del turismo assai poco lungimirante e spesso abbastanza briccona: a Venezia la qualità nella ristorazione ha fatto capolino solo nell’ultimo decennio ed è cresciuta moltissimo fino all’exploit veneziano dell’ultima edizione della guida Michelin. Il resto dei posti in cui mangiare rifilano prodotti surgelati o panini e pizze che hanno vissuto in vetrina molto più di quello che avrebbero dovuto vivere e che arrivano stantii, riscaldati, fastidiosi.
Ecco dunque le motivazioni per cui, nel centro storico, il panorama che descrivevamo due anni fa non è poi molto cambiato: chi faceva una buona pizza continua a farla e non ci sono stati nuovi imprenditori che sono stati capaci di creare delle alternative. Quello che è cambiato è che ci siamo mossi noi, provando ad estendere la ricerca non tanto a questa o quella pizzeria blasonata ben distante dal centro storico (ci eravamo spinti fino a Jesolo per provare la pizza dal grano evolutivo), ma siamo andati in quelle pizzerie dell’entroterra che sono punti di ritrovo per molti da molti anni. Terramossa, una volta esisteva un festival di musica jazz nei locali dell’entroterra veneziano che si era dato quel nome, “terramossa” in contrapposizione a “terraferma”, il modo vagamente denigratorio con cui i veneziani che abitano nell’isola chiamano i territori del loro stesso comune che sono però nel continente. Terramossa è in effetti tale, più ricca di sperimentazione, più ricca di nuove aperture.
La differenza con il centro storico è semplice: là le pizzerie vengono aperte pensando ai turisti, un pubblico mordi e fuggi che si tratta con poco rispetto, qui invece le pizzerie aprono pensando al pubblico locale, spesso concreto e non troppo spendaccione che abita nella miriade di comuni satelliti del veneziano.
Come sempre la gourmap che troverete qui di seguito è stata redatta in modo anonimo, frequentando pizzerie il cui conto viene pagato di tasca nostra e ovviamente senza annunciare a chicchessia cosa stiamo facendo, questa è anche la ragione per cui certe informazioni, come quelle sulle farine usate o sulla creazione della carta delle birre, che spesso si carpiscono solo attraverso il lavoro dell’ufficio stampa, sono qui carenti o a volte abbozzate attraverso ipotesi, che, crediamo con non poca immodestia, essere abbastanza rispondenti al vero.
Quello che ci interessa in queste nostre recensioni non sono tanto le parole, lo storytelling della pizzeria, ma come arriva la pizza al tavolo, nelle serate di pienone o in quelle di buco, quanto preparato è il personale e quanto è accurata la carta delle cose da bere. Sulla questione bere, che poi significa birre, abbiamo trovato gli stessi difetti di qualche anno fa: spesso le birre sono lasciate scegliere al distributore, la maggior parte delle referenze sono industriali, a volte addirittura stiamo parlando di due o tre referenze tanto che non si può nemmeno parlare di una vera e propria carta delle birre. L’altro aspetto del menu troppo stesso trascurato è quello relativo agli antipasti, che nelle pizzerie da Roma in giù sono imprescindibili, e che invece qui a volte sono assenti, altre sono surgelati.
Ecco dunque la classifica delle migliori pizzerie Venezia (e provincia) così come l’abbiamo concepita finora, dalla prima all’ultima, sappiate che sono solo una parte di quelle che abbiamo provato e che non sono finite in questa classifica.