Siamo a Milano, a una decina di minuti dalla stazione di Porta Venezia, per provare Giolina, l’ennesima pizzeria napoletana sorta in questi lidi. Ecco la nostra recensione.
Una zona rigogliosa quella di Porta Venezia. A poca distanza tra loro sorgono parecchie pizzerie che ultimamente scatenano chiacchiere e complimenti. C’è Cocciuto, c’è Crosta di Simone Lombardi e Giovanni Mineo, ed esattamente di fronte c’è Giolina, ennesima apertura del gruppo di Arbellini, Brisbane e Saturnino, con già all’attivo format di tutto rispetto come Panini Durini, Marghe e Pizzium.
Potevamo esimerci dal recensirla?
Ambiente e servizio
A discapito di chi ancora pensa che la pizzeria non possa in alcun modo essere chic, non è raro trovare locali curati ed eleganti, specialmente a Milano.
Ecco, Giolina non fa decisamente eccezione: uno stile pulito, luminoso, con colonne e tavoli in marmo, sedie in legno, pareti bianche con la parte inferiore in legno rosso. Uno spazio ampio ma lineare, pulito e semplice nella sua eleganza, con qualche quadro appeso qua e là, l’enorme bancone per il beverage all’entrata e in vistoso forno a legna sul fondo del locale.
Sul servizio purtroppo bene ma non benissimo. Quando la movida milanese riempie i coperti, intorno alle 21, ecco che scatta la confusione; camerieri che ti chiedono se ti sta già servendo qualcuno, piatti che arrivano a blocchi, caffè e amari in ritardo di decine di minuti e una coda alla cassa veramente troppo lunga per essere vera.
Il menu
Si parte dagli antipasti, i classici piatti freddi tra bruschette, friarielli, mozzarella di bufala e taglieri, con prezzi che vanno dai 3.50 agli 11 euro.
Si passa subito alle pizze, 13 possibili scelte più l’immancabile del mese.
Farciture semplici, relativamente classiche negli abbinamenti, con qualche piccola nota di estro senza mai però spaziare nell’originalità.
Una scelta, senza ombra di dubbio, quella di puntare sulla semplicità e di rimanere in porti sicuri.
Si va dagli 8 euro della Ghitina (di fatto la loro Margherita) fino ad un massimo di 14 per la Caterina, preparata con crema di noci, fior di latte di Agerola, funghi porcini, scaglie di Parmigiano Reggiano 30 mesi, olio extravergine di oliva biologico, basilico fresco.
Buona la selezione di vini, tra bianchi, rossi, bollicine, rosati, dolci e addirittura orange, e con prezzi che vanno (per la bottiglia) dai 22 ad un massimo di 55 euro. Carta birre inesistente, che si limita alla scelta tra Ichnusa e Ichnusa non filtrata, sia mai che qualcuno avesse problemi con la filtrazione delle birre del supermercato.
Due o tre cocktail per l’aperitivo, dolci tra i 5 e i 6 euro, 3 euro per l’acqua da 75 cl, 2 euro per il caffè e 2 per il coperto completano un conto leggermente al di sopra della media milanese.
La pizza di Giolina Milano
Quella di Giolina Milano è una napoletana di taglia M, generosa nel cornicione, molto morbida e sicuramente profumata.
È, tuttavia, l’ennesimo “bene ma non benissimo” del locale.
Cottura sotto ben eseguita, maculatura uniforme su tutta la superficie, pochi e davvero sporadici segni di bruciatura (segno di un’ottima gestione del forno). Purtroppo tutto ciò non basta per far scomparire i difetti riscontrabili già in prima battuta sulla gommosità del cornicione, che si accentua via via che la pizza raffredda, diventando molto evidente a metà percorso.
Eppure la cottura interna sembra comunque completa, e la pizza non rimane sullo stomaco né risulta pesante, sintomo che la gelatinizzazione degli amidi è avvenuta correttamente.
La tenacità eccessiva dell’impasto potrebbe quindi esser dovuta a qualche difetto dell’impasto, ma sono solo ipotesi.
Il morso però parla chiaro, questo è sicuro.
Ho naturalmente provato la Ghitina, la Margherita del locale, preparata con pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino DOP, fior di latte d’Agerola, Parmigiano Reggiano DOP 30 mesi, olio extravergine di oliva biologico e basilico fresco.
Buona ed equilibrata, anche se forse avrebbe potuto essere più marcata nei profumi, che sono e devono essere il punto di forza di una margherita.
Senza infamia e senza lode insomma.
Ho assaggiato anche la Giolina, con crema di melanzane violette, provola affumicata di Agerola, pomodorini semi-dry rossi, melanzane al forno, cialde di Parmigiano Reggiano DOP 30 mesi, olio extravergine di oliva biologico e basilico fresco.
Ottimi i profumi e l’abbinamento, uniforme e curata la farcitura, che consente di recuperare tutti i sapori in ogni fetta.
Peccato per le cialde di parmigiano, a tratti troppo dure, al punto di spezzare il lodevole equilibrio della ricetta.
Last but not least, ci siamo divisi anche una Gustina (provola affumicata di Agerola, salsiccia artigianale fresca, friarielli campani, peperone crusco, olio extravergine di oliva biologico).
Forse la preparazione più convincente del locale, saporita, gustosa e ben equilibrata tra le note amare dei friarielli, la sapidità della salsiccia e i gusti intensi ma piacevoli della provola e del peperone crusco.
Nota di merito per la Sacher, realizzata per il locale da una pasticceria affiliata, tra le migliori mai provate. Come spesso ci è capitato di sottolineare su queste pagine, meglio affidarsi a buoni professionisti che improvvisarsi pasticceri.
Insomma, quella di Giolina è un’esperienza sicuramente sopra la sufficienza, e che tuttavia non riesce ad andare più in là di alcuni limiti.
Un gran peccato, perché il potenziale c’è, ma la dispersione del servizio e i difetti dell’impasto fanno crollare un voto che avrebbe potuto essere ben più alto.
Informazioni
Giolina Milano
Indirizzo: Via F. Bellotti 6, Milano
Numero di telefono: 02 76 00 63 79
Orari di apertura: Da Lunedì a Domenica dalle 12.00 alle 15.00 e dalle 19.30 alle 00.00
Sito Web: giolina.it
Tipo di cucina: pizza napoletana
Ambiente: curato e informale
Servizio: a tratti lento e dispersivo